Rimane complessa e di difficile soluzione la vicenda degli impianti minerari Trepca, colosso del Kosovo che pare dovere ai propri dipendenti somme molto elevate.
Risulta infatti che da tempo siano stati trattenuti da Trepca fondi pensione per un arretrato complessivamente di circa €9 milioni e quote di iscrizione sindacali equivalenti a molte centinaia di migliaia di euro oltre ad ammanchi nei confronti della compagnia assicuratrice non inferiori ad €200 mila.
Quest’ultimo punto significa che eventuali infortuni o decessi dei lavoratori non verrebbero rimborsati peraltro da lungo tempo.

Il risultato delle problematiche economiche aggravate da annose dispute inerenti la proprietà hanno causato a livello di operatività una bassa capacità complessiva degli impianti minerari.
Infatti a complicare ulteriormente una situazione già grave economicamente vi è anche la “divisione” etnica di un articolato complesso di impianti minerari di argento, zinco e piombo di estrema rilevanza per il Kosovo sin dall’esistenza della Jugoslavia.
Mentre la parte meridionale dei complessi minerari, sotto il controllo di Pristina, utilizza infatti maestranze albanesi del Kosovo quella settentrionale, a nord del Kosovo e gestita da Belgrado, vede lavoratori a maggioranza serba.