Quest’anno le condizioni delle acque di balneazione nei Balcani sono decisamente disomogenee con le migliori in Croazia e le peggiori in Albania.
E’ questo in estrema sintesi il risultato del rapporto basato sui dati inerenti alle acque di balneazione provenienti da oltre 22mila siti nell’area europea, oltre a Svizzera ed Albania, raccolti nel periodo 2020-2023 realizzato dalla European Environment Agency (EEA) in collaborazione con la Commissione europea.
Il controllo periodico e sistematico della purezza delle acque di balneazione è un elemento fondamentale non solo per la salvaguardia della salute ma anche per la protezione dell’ambiente naturale e per le conseguenti ricadute, in grado talvolta di causare un impatto determinante, nel settore turistico e quindi economico.
Lo scopo dei controlli periodici è la valutazione del grado di balneabilità di un’acqua associandolo ad un rischio igienico sanitario fornendo precise indicazioni circa la possibile presenza di contaminazione microbiologica.
Attraverso verifiche sistematiche è anche possibile valutare non solo l’efficacia dei sistemi di trattamento delle acque reflue ma anche delle misure di risanamento eventualmente adottate.
Ma ora vediamo in dettaglio le singole posizioni di alcuni Paesi dei Balcani le cui prospettive economiche nel settore del turismo non possono che risentire dei riscontri delle analisi periodiche.
Sempre secondo la European Environment Agency (EEA) con specifico riferimento ad acque costiere, fiumi, laghi e altre acque dolci nei Balcani, le condizioni nel 2023 delle acque di balneazione della Croazia hanno ottenuto un punteggio decisamente molto alto con un 96,7% riferito appunto al tasso di qualità.
Ottime acque di balneazione anche in Bulgaria e Grecia
Anche le celebri località turistiche della Bulgaria sul Mar Nero sono state premiate con ottimi risultati nella misura del 94,8% per le condizioni di purezza delle acque di balneazione, caratteristica che contraddistingue anche la Grecia i cui siti turistici marini hanno conseguito un risultato eccellente pari al 95,8%.
Decisamente sotto la media europea dell’85,4% sono invece scivolate la Slovenia e la Romania, rispettivamente con un tasso di purezza delle acque di balneazione del 78,7% e del 70%.
Il Paese del Balcani, incluso nel rapporto nonostante non faccia parte della Ue, che ha ottenuto il peggiore posizionamento in termini di purezza delle proprie acque di balneazione è l’Albania con acque valutate come eccellenti nella sola misura del 41,2%.
La direttiva europea sulle acque di balneazione risale al 2006, prevede che ad ogni acqua venga assegnata una specifica classe di qualità e dalla sua adozione la percentuale di siti giudicati eccellenti è cresciuta in maniera sensibile per poi stabilizzarsi mediamente intorno all’85%.
In definitiva sulla base della relazione realizzata dalla European Environment Agency (EEA) solamente l’1,5% di tutte le acque di balneazione ha ottenuto una classificazione scadente mentre il 96% sono risultate corrispondere agli standard minimi di qualità.
Dal rapporto si desume che mediamente anche nei Balcani la qualità delle acque di balneazione interne è stata generalmente superata da quella delle acque costiere con l’89% dei siti costieri classificati come eccellenti rispetto a poco meno del 79% per i siti interni.