Da qualche anno la Slovenia ed i Balcani in generale stanno soffrendo una crescente crisi di forza lavoro.
Si tratta senza dubbio di una diretta conseguenza di svariati motivi quali l’invecchiamento della popolazione accompagnata da bassa natalità addirittura inferiore al tasso di sostituzione ma anche di migrazioni di troppi giovani alla ricerca di migliori opportunità economiche e di lavoro.
Opportunità economiche migliori solo all’apparenza visto che in molti Paesi l’elevatissimo costo della vita, elemento determinante ma purtroppo spesso ignorato, finisce poi per azzerare abbondantemente salari solo superficialmente ritenuti più che soddisfacenti.
Ma, come si sa, l’erba del vicino è sempre più verde.
In ogni caso, la crisi di manodopera determinata dalle migrazioni ha provocato pesanti contraccolpi che, per quanto riguarda la Slovenia, si sono trasformati in ricerca quasi spasmodica di nuova forza lavoro.
Con grande tempismo le istituzioni della Slovenia si erano comunque già mosse in passato per affrontare positivamente il tema della crisi di forza lavoro ed a questo proposito nel mese di Marzo 2023 il Parlamento aveva infatti approvato due progetti di legge destinati a facilitare le procedure di assunzione di manodopera proveniente da Paesi extracomunitari.
La Slovenia alla ricerca di forza lavoro in estremo oriente
Ed è proprio per quantomeno tamponare l’acuta crisi di forza lavoro che la attanaglia specie in settori quali turismo, industria leggera ed edilizia che la Slovenia ha da qualche tempo rivolto le sue speranze all’estremo oriente ed in particolare alle Filippine.
Questo a fronte di decenni di fuga di cervelli e di risorse umane che hanno portato la Slovenia e gli altri Paesi dei Balcani ad una situazione di grave carenza di forza lavoro.
Pare che la Slovenia sia in procinto di aprire un Consolato nel Paese asiatico ma nel frattempo dalla fine del mese di Gennaio i cittadini delle Filippine possono richiedere un permesso per risiedere ed ottenere un posto di lavoro in Slovenia.
Senza contare l’ulteriore contributo alla riduzione della crisi di forza lavoro rappresentato dall’agenzia croata Pinoy 385 che, dopo Ungheria e Slovacchia, ha aperto recentemente la sua filiale in Slovenia con l’obiettivo annuale di portare nel Paese oltre 1.000 lavoratori asiatici.
Pinoy 385 (vedi link: Pinoy 385), attiva da alcuni anni e con oltre 12mila candidati nel database, opera nei servizi di intermediazione e di somministrazione di lavoro con personale esclusivamente proveniente dalle Filippine.
Indispensabile a questo punto evidenziare la politica di accordi bilaterali che il Governo della Slovenia persegue con i Paesi di origine dei lavoratori extracomunitari.
Con lo scopo di risolvere positivamente la carenza di forza lavoro, la Slovenia ha sottoscritto negli ultimi due anni tale tipo di accordi bilaterali con Serbia e Bosnia Erzegonina.
Ora un apposito memorandum of understanding è in fase di studio per quanto concerne le Filippine a cui faranno seguito due appositi accordi relativi ad occupazione e sicurezza sociale.
Sulla base di quanto sottoscritto dai rispettivi Governi, i lavoratori filippini impareranno la lingua della Slovenia per essere poi introdotti alle rispettive professioni comunque sempre prima di emigrare nel Paese balcanico.
In merito all’esigenza di manodopera nel settore del turismo della Slovenia, dovrebbe essere definita una specifica forma di lavoro stagionale a fronte delle esigenze nei periodi estivi ed invernali.
Proprio nell’ottica di ricerca ed inserimento anche culturale e linguistico di immigrati extra comunitari, la Slovenia ha recentemente adottato una specifica Strategy for Integration of Foreigners (vedi link: Strategy for integration of foreigners).
Secondo gli ultimi dati del National Statistical Office in Slovenia sono presenti circa 140mila lavoratori stranieri, poco oltre il 15% della popolazione attiva, di cui un centinaio provenienti dalle Filippine.
In relazione ai progetti infrastrutturali avviati in Slovenia è conseguentemente aumentato il numero dei lavoratori provenienti da Turchia, India, Nepal e Bangladesh.
L’appeal della Slovenia resta comunque sempre forte anche a livello balcanico e contribuisce molto agli sforzi per risolvere stabilmente la crisi di forza lavoro.
Dal 2016 la presenza di manodopera straniera in Slovenia è cresciuta stabilmente e dai circa 16mila permessi di lavoro si è passati ai circa 48mila del 2022.
Dati statistici hanno infatti rivelato che oltre il 30% dei lavoratori stranieri proviene tutt’ora da Paesi dei Balcani come Bosnia Erzegovina e Serbia.