Il 24 Novembre in Slovenia si voterà al referendum consultivo per ampliare la centrale ad energia nucleare di Krško.
Oggetto del referendum, approvato in Slovenia nel mese di Ottobre sia da maggioranza che da opposizione, sarà la costruzione di una nuova unità nella centrale nucleare di Krško.
Il referendum relativo al raddoppio della centrale ad energia nucleare di Krško è stato approvato dal Parlamento della Slovenia con il 65,7%.
In Slovenia le forze politiche concordano nel ricorso ad un mix di fonti rinnovabili ed energia nucleare
Maggioranza ed opposizione in Slovenia si sono dimostrate assolutamente concordi anche in merito al ricorso all’energia nucleare che per entrambi deve essere impiegata unitamente alle fonti rinnovabili per giungere ad un ambizioso doppio risultato, l’abbandono dei combustibili fossili ed uno stabile approvvigionamento energetico.
Malgrado l’intenzione di incrementare ed utilizzare l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili vi è un diffuso interesse da parte dei politici della Slovenia e non solo (vedi link: La corsa dei Balcani verso l’energia nucleare) verso i piccoli reattori modulari (small modular reactor o SMRs).
La realizzazione di questi obiettivi è ritenuta dalle forza politiche in Slovenia diretta conseguenza di un maggiore utilizzo dell’energia nucleare e pertanto alla realizzazione di una nuova unità nella centrale nucleare di Krško.
In occasione del Nuclear Energy Summit 2024 a cura della International Atomic Energy Agency (IAEA) tenutosi a Bruxelles nel Marzo scorso Robert Golob, Primo Ministro della Slovenia, si era già espresso chiaramente a favore di progetti basati su fonti rinnovabili affiancati però ad un aumento del ricorso all’energia nucleare.
Sempre in occasione del summit di Bruxelles il Primo Ministro della Slovenia aveva sostenuto che dopo quasi mezzo secolo dalla realizzazione della centrale ad energia nucleare di Krško il 65% della popolazione della Slovenia ne aveva maturato un’opinione positiva.
Di avviso assolutamente contrario la popolazione del confinante Friuli, come peraltro quella dell’Austria, che aveva sempre espresso forti contrarietà in merito agli elevati rischi tellurici e
sismici.
Gli oggettivi rischi sismici del sito della centrale nucleare di Krško ed il terremoto in quell’area nel 1917
L’area di Krško è effettivamente ad elevata pericolosità sismica, una caratteristica che rende quella centrale ad energia nucleare unica in tutta Europa.
A confermarlo è il terremoto di magnitudo circa 6 che si era scatenato nel lontano 1917 e la cui sorgente era esattamente al di sotto di dove è stato poi realizzato l’attuale impianto ad energia nucleare.
La Croazia, priva di impianti ad energia nucleare ma comproprietaria della centrale nucleare di Krško, è favorevole al raddoppio dei reattori
La vicina Croazia, che non dispone di impianti ad energia nucleare ma risulta comproprietaria al 50% della centrale nucleare di Krško, è invece assolutamente favorevole alla costruzione di un secondo reattore.
La centrale ad energia nucleare di Krško è infatti gestita da Nuklearna elektrarna Krsko (NEK), di proprietà congiunta della società Gen-Energija della Slovenia e della società elettrica Hrvatska Elektroprivreda (HEP) della Croazia.
Anche Greenpeace, che insieme ad altre 600 associazioni ambientaliste aveva manifestato a Bruxelles al termine del summit contro la scelta a favore dell’energia nucleare da parte dei capi di Stato dei Paesi dei Balcani (vedi link: La corsa dei Balcani verso l’energia nucleare), si era espressa in maniera netta contro l’ipotesi di raddoppio della centrale ad energia nucleare di Krško.
Nel 2023 il Ministero dell’Ambiente della Slovenia aveva autorizzato l’estensione di durata della vita della centrale nucleare di Krško
Greenpeace si era anche opposta alla decisione del Ministero dell’Ambiente della Slovenia quando nel mese di Gennaio 2023 aveva concesso una specifica autorizzazione per estendere la durata della vita della centrale nucleare di Krško.
Greenpeace al contrario aveva in quell’occasione sostenuto fermamente la necessità di smantellare l’impianto ad energia nucleare di Krško adducendo fondate motivazioni circa i rischi sismici oltre che all’età della centrale nucleare della Slovenia.
L’inizio dell’operatività della centrale ad energia nucleare di Krško risale al Gennaio 1983, ha un reattore ad acqua pressurizzata Westinghouse da 696 MW netti e contiene circa 48 tonnellate di “combustibile” a base di ossido di uranio.
Nel Giugno 2008 il reattore di Krško era poi stato spento per via di una perdita del liquido di raffreddamento.
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