Lo scrittore italiano d’Argentina Rodolfo Ellena ha presentato lo scorso Maggio “Due con la Trinità” al Comites Madrid.
Con antenati piemontesi originari di Bene Vagienna emigrati in Argentina nel 1901, il prof.Rodolfo Ellena ha saputo sviluppare nel corso della sua vita professionale numerosi talenti che lo hanno portato spontaneamente dalla docenza universitaria alla saggistica.
Protagonista in convegni e presentazioni sia nel Paese latino americano che all’estero, lo scrittore italiano d’Argentina Rodolfo Ellena rappresenta nel panorama letterario una voce senza dubbio singolare ed alternativa sotto svariati punti di vista ed interpretazioni.
L’origine di Due con la Trinità del prof.Rodolfo Ellena
In questo settore, l’estroverso ed estroso scrittore italiano d’Argentina ha recentemente portato a termine un saggio, suddiviso in ben nove “momenti”, senza dubbio impegnativo ma reso magistralmente fluido ed affascinante in virtù della passione dello scrittore italiano per la letteratura e per il pensiero sia filosofico che teologico.
Presentato ufficialmente il 16 Maggio scorso al Consolato Generale d’Italia di Bahia Blanca in collaborazione con la Società Dante Alighieri ed il 21 dello stesso mese nella prestigiosa sede del Com.It.Es di Madrid, Due con la Trinità versione italiana di Dos con la Trinidad presenta con spirituale immaginazione un improbabile dialogo teatrale fra Jorge Luis Borges, poeta d’Argentina come Rodolfo Ellena e Dante Alighieri impegnati in un intenso confronto su temi quali fede ed amore, linguaggio e tempo.
La doppia edizione dell’opera dello scrittore italiano d’Argentina ha precise ambizioni culturali
Sapientemente realizzata dal prof.Rodolfo Ellena, la doppia edizione di Due con la Trinità mira da un lato a contribuire alla diffusione della letteratura italiana in Argentina mentre dall’altro aspira a far scoprire al pubblico del Paese latino americano Dante Alighieri nella sua attualità ed universalità.
L’intervista di Elisabetta Bagli al prof.Rodolfo Ellena al Com.It.Es di Madrid

Elisabetta Bagli è una scrittrice, poetessa e traduttrice italiana (italiano, spagnolo, inglese) residente a Madrid.
Presidente dell’associazione culturale Latium, promuove attivamente il dialogo tra la cultura italiana, spagnola e ispanoamericana organizzando eventi letterari, progetti poetici internazionali e collaborando con istituzioni quali il Com.It.Es di Madrid e la Camera di Commercio Italiana.
Cofondatrice del collettivo Mosaicos y Letras in Argentina è impegnata nella diffusione della cultura romana e laziale ed è una voce riconosciuta nel panorama poetico internazionale.
Le sue opere, tradotte in numerose lingue, affrontano temi universali come l’amore, la libertà, l’identità, la memoria e la migrazione con una voce lirica, intensa e fortemente emotiva.
È autrice di libri di poesia, racconti, fiabe e saggi spesso pubblicati in edizioni bilingue.
Ha curato e tradotto testi di importanti autori contemporanei italiani e stranieri diventando un punto di riferimento nella traduzione letteraria e poetica.
È direttrice di riviste culturali e letterarie internazionali tra cui Ciao Magazine (Regno Unito), La Voce d’Italia (Spagna-Venezuela) e Letras del Parnaso (Spagna) ed è responsabile per la Spagna di progetti globali come Poetry Sound Library e Las Voces de los Árboles.
Il suo impegno si estende anche alla divulgazione radiofonica e alla giuria di premi letterari.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra Europa, America Latina e Medio Oriente: tra i più significativi il Premio alla Italianità per la Cultura (Spagna, 2019), il Premio Naji Naaman (Libano, 2020), il Premio “La Luz de Gálata” (Istanbul, 2021), il Premio Ipazia (Spagna, 2022) fino al conferimento del Dottorato Honoris Causa in Marocco nel 2023.
Il Premio Moutzan-Martinegou del Centro Culturale di Zante “Dionysios Romas” e dell’Associazione della Biblioteca Xenopouleio nel 2023 e The International Arka Award 2024 dalla Serbia per il miglior libro 2024 a “Free to live- ” in versione bilingue serbo e inglese.
È membro onorario e accademica di prestigiose istituzioni culturali in Italia e all’estero.
La sua scrittura è stata premiata in diversi concorsi internazionali e spesso ospitata in festival e contesti accademici.
Con la sua attività instancabile ha saputo coniugare arte e impegno dando voce a istanze femminili, sociali e interculturali.
Vive la parola come strumento di bellezza, resistenza e ponte tra mondi lontani.

Latium è un’associazione culturale con sede a Madrid, fondata e presieduta da Elisabetta Bagli, nata per promuovere la cultura italiana, in particolare quella romana e della Regione Lazio, in Spagna e nel mondo ispanofono.
Organizza eventi letterari, presentazioni, mostre, laboratori e iniziative interculturali.
Collabora con istituzioni italiane e internazionali, favorendo il dialogo tra artisti, scrittori e lettori.
È uno spazio di incontro, scambio e valorizzazione della lingua e dell’identità italiana all’estero.
A seguire l’intervista che Elisabetta Bagli, residente da oltre un quarto di secolo in Spagna, ha realizzato al termine della splendida serata organizzata nella sede del Com.It.Es di Madrid per presentare l’opera Due con la Trinità o Dos con la Trinidad dello scrittore italiano d’Argentina prof.Rodolfo Ellena.
“Quando Dante incontra Borges: dialogo oltre il tempo”
Rodolfo Ellena è scrittore, docente e saggista italo-argentino, nato a Buenos Aires.
Laureato in Relazioni Pubbliche presso la UADE, lavora nel settore assicurativo ed insegna all’università.
Ha una profonda passione per la letteratura e per le sue radici italiane che lo hanno condotto a esplorare i legami tra due giganti della letteratura mondiale: Dante Alighieri e Jorge Luis Borges.
Gran parte della sua carriera è dedicata all’approfondimento del loro pensiero, intrecciato a quello di filosofi come Kierkegaard e Simone Weil, tessendo ponti tra filosofia, teologia e letteratura. Con una formazione teatrale e una scrittura che unisce rigore speculativo e tensione lirica, Rodolfo Ellena è autore di opere che sfidano il tempo ed i generi.
Il suo libro Due con la Trinità è un esempio luminoso di questo stile: un’opera di immaginazione spirituale dove Dante e Borges dialogano in una dimensione sospesa, interrogandosi su amore, tempo, morte, linguaggio e fede.
Ospite in festival, convegni e presentazioni in Argentina ed all’estero, Rodolfo Ellena è una voce originale del panorama letterario contemporaneo, capace di restituire alla riflessione filosofica la sua radice poetica e umana.
Elisabetta Bagli: Come è nata l’idea di far dialogare proprio Dante e Borges?
Cosa l’ha spinto a costruire un’opera così originale, che attraversa secoli e mondi letterari?
Rodolfo Ellena: In realtà, l’idea di Due con la Trinità è nata da sola, non mi sono messo a pensare “cosa potrei scrivere?”.
Studiando l’opera di Borges con la professoressa Alicia Ardila, sono arrivato al corso “Borges lettore di Dante” e da lì è cominciato tutto.
Inoltre studiavo italiano e la Divina Commedia mi aveva sempre suscitato una certa curiosità.
Un giorno mi sono ritrovato a studiare Borges e Dante contemporaneamente: le somiglianze che emergevano tra loro mi hanno portato all’idea che dovessero incontrarsi, dialogare e condividere quelle affinità.
Elisabetta Bagli: In Due con la Trinità il tempo è trattato come un enigma.
Cosa rappresenta per lei il tempo e che ruolo ha nel suo processo creativo?
Rodolfo Ellena: Non ho una formazione filosofica tale da potermi soffermare sul significato profondo del tempo nella mia vita.
Mi piace considerarlo un’opportunità.
Quanto al processo creativo, almeno per me, l’ispirazione – le muse o come ognuno preferisca chiamarle – arriva quando vuole. Ho imparato a non contraddirla, a non forzarla e ad accoglierla quando si presenta.
Può trattarsi di un’apparizione intensa quanto un solo istante, capace però di generare un materiale come questo libro.
Credo che il segreto stia tutto nell’attenzione, essere attenti è il segreto.
Elisabetta Bagli: Beatriz Portinari e Beatriz Viterbo sono figure centrali, crede che ogni scrittore abbia la propria “Beatrice”? Quanto c’è di autobiografico in questo?
Rodolfo Ellena: Non potrei affermare né negare che ogni scrittore abbia una “sua” Beatrice.
Simbolicamente e collegandomi alla risposta precedente forse le muse, l’ispirazione, sono una forma di Beatrice.
Quanto all’autobiografia: sì, forse.
In misura maggiore o minore, ogni opera porta con sé qualcosa dell’autore – esili interiori, amicizie, antenati, legami con la letteratura…
Non ci avevo pensato prima, quindi grazie per la domanda, mi ha fatto riflettere.
Sì, Dos con la Trinidad ha sicuramente qualcosa di autobiografico.
Elisabetta Bagli: In Due con la Trinità compaiono riferimenti a pensatori come Heidegger, Agostino, Kierkegaard.
Che rapporto vede tra fede, filosofia e letteratura?
Rodolfo Ellena: I riferimenti presenti in Dos con la Trinidad derivano dal materiale che ha attraversato Borges e Dante.
Al di là dell’essere fonti o ispirazione, fede, filosofia e letteratura sono strumenti, linguaggi, contenuti che ogni scrittore può utilizzare sia come mezzo sia come fine.
Nel caso specifico di Dante e Borges, credo che abbiano assolto entrambe le funzioni.
Elisabetta Bagli: La simbologia numerica, in particolare il numero nove, ha un ruolo ricorrente.
Cosa rappresenta per lei il simbolo nel pensiero poetico: un codice od un mistero?
Rodolfo Ellena: È vero che il nove emerge con forza.
Ma la verità nascosta è che il comando lo detiene il numero tre.
Il nove – solo in apparenza secondario – ha la responsabilità di essere multiplo del tre sovrano.
Il valore simbolico che lei menziona è, credo, proprio il segreto.
È Dante a portarlo in scena.
Uomo del Medioevo, per lui la numerologia era codice, mistero e rivelazione.
La cultura medievale attribuiva alla simbologia numerica un ruolo centrale e dato che uno dei protagonisti di Dos con la Trinidad è proprio un uomo medievale mentre l’altro è un suo lettore e ammiratore, non stupisce che il simbolo emerga con tanta forza.
Elisabetta Bagli: Due con la Trinità si svolge in un aldilà che è anche un “al di qua” dell’anima.
Crede che la letteratura possa essere una forma di vita dopo la morte?
Rodolfo Ellena: Torniamo, come dicono Dante e Borges nel loro dialogo, al “problema” del tempo.
Il “più qua” e il “più là” forse coincidono con il qui e ora ed il sempre.
Credo sinceramente che la letteratura sia una forma di vita oltre la morte.
Ognuno cerca un modo per essere ricordato.
C’è chi scompare nell’anonimato dell’eternità, chi – come noi – prova a lasciare una traccia.
E poi ci sono quelli che ci riescono: Dante e Borges, appunto, i classici.
E quelli sì, sono immortali.
Elisabetta Bagli: Borges e Dante appaiono nel libro come entità affettuose, ironiche, profonde.
Che sfida è stata ricreare la loro voce senza cadere nella caricatura?
Rodolfo Ellena: Il rischio di finire impantanato nei cliché era grande: sono due personalità più citate che lette.
Ho cercato di ancorarmi alle loro opere e alle loro biografie per mantenermi sulla “diritta via”.
La sfida era reale.
Credo di averla superata con dignità.
Elisabetta Bagli: A un certo punto Borges dice: “La Commedia è la vetta della letteratura”.
Condivide questa affermazione?
Rodolfo Ellena: Assolutamente.
Se mi trovassi bloccato su un’isola deserta e potessi portare con me un solo libro sceglierei La Divina Commedia.
Lì c’è tutto.
E quando dico “tutto”, intendo proprio tutto.
Elisabetta Bagli: Dos con la Trinidad è un’opera poetica ma anche dialogica, quasi teatrale.
Pensa che la conversazione sia una forma di pensiero superiore alla monografia?
Rodolfo Ellena: Forse non superiore, ma credo che nel dialogo chi parla possa anche ascoltarsi.
È una forma viva, mobile.
Non so se sia “più alta” della monografia, ma forse è più adatta a rappresentare la crescita personale.
Elisabetta Bagli: Infine, cosa vorrebbe che il lettore portasse con sé dopo la lettura di Due con la Trinità?
Rodolfo Ellena: Vorrei sfatare il mito che Dante e Borges siano autori per pochi eletti.
Dante veniva studiato a scuola, Borges letto dagli operai a Buenos Aires negli anni ’50 mentre andavano al lavoro in tram.
È vero: sono autori complessi.
Ma è anche vero che noi siamo diventati un pò pigri.
Due con la Trinità è il mio modo per dire: “avviciniamoci, torniamo a leggere, torniamo a stupirci”.
Le origini dello scrittore italiano d’Argentina perchè il passato non muore, mai

In chiusura a questa intervista esclusiva al prof.Rodolfo Ellena abbiamo voluto dedicare uno spazio per noi sentimentalmente ed emotivamente indispensabile circa le sue origini di emigrante come purtroppo tanti milioni di altre.
Storie appassionanti e vicende talvolta tristi sulle quali ItalBalkanika ha posto una grande attenzione creando recentemente nel proprio menu apposite categorie e sottocategorie.
L’antenato di Rodolfo Ellena che aveva attraversato l’oceano si chiamava Marco Ellena, originario di Bene Vagienna in provincia di Cuneo, che nel 1901 all’età di 23 anni era sbarcato a Buenos Aires.
L’anno successivo lo aveva raggiunto Margherita Costamagna con la quale si era unito in matrimonio prima della partenza.
Nella località di General Villegas, provincia di Buenos Aires, era poi nato Julio Ellena, il nonno dello scrittore italiano.
Dal matrimonio di Julio Ellena erano nati due femmine e due maschi fra cui nel 1937 Delibri Josè Elena, il padre dello scrittore italiano d’Argentina autore di Due con la Trinità.
Informazioni apparentemente succinte per le quali Rodolfo Ellena ha dedicato molti mesi di ricerca consultando oltre 1.500 atti di nascita, paese per paese della Provincia Granda, alla ricerca del documento giusto al quale far risalire la storia della sua famiglia prima dell’arrivo nel Nuovo Mondo.
Nello stesso travagliato periodo di ricerca delle proprie radici Rodolfo Ellena aveva iniziato lo studio dell’opera di Jorge Luis Borges e gli approfondimenti della Divina Commedia di Dante Alighieri scoprendone, a dispetto dei sette secoli di differenza, affascinanti analogie ed affinità e decidendo di dar vita ad un’opera, Due con la Trinità appunto, dove incredibilmente potessero non solo incontrarsi ma addirittura dialogare.
Per cui, sotto un certo punto di vista, non è azzardato sostenere che Dos con la Trididad sia lo strano frutto anche delle ricerche famigliari dell’amico Rodolfo Ellena, lo scrittore italiano d’Argentina.
Perchè il passato, letterario o famigliare che sia, non muore, mai.