La neutralità della Serbia confermata con “Peacekeeper 2025”, le prime esercitazioni militari congiunte Serbia-Cina.
Il piano di esercitazioni militari denominato “Peacekeeper 2025” rientra a pieno titolo in quei concetti di neutralità, integrità territoriale e sovranità sottolineati e ribaditi in maniera estremamente esplicita in una risoluzione parlamentare adottata nel 2007 e reiterata successivamente nel 2021 con il documento intitolato “Defence Strategy of the Republic of Serbia” (vedi link: Defence Strategy of the Republic of Serbia).
Una neutralità, quella della Serbia, per nulla passiva ma bensì caratterizzata dal rifiuto al ruolo di membri attivi di strutture internazionali di difesa come la Nato e focalizzata piuttosto allo sviluppo di cooperazione militare con singoli partner.
In merito a difesa di sovranità ed integrità territoriale il presidente della Cina Xi Jinping aveva avuto modo di lodare la Serbia per la sua determinazione già nel corso della sua visita a Belgrado l’8 Maggio 2024 nel corso della quale erano stati sottoscritti 29 accordi bilaterali.
Fra tutti, quello di libero scambio (vedi link: Accordo di libero scambio con la Repubblica Popolare Cinese) siglato nel 2023 durante la visita del presidente della Serbia Aleksandar Vučić in occasione del forum sulla Via della Seta o Belt and Road Initiative (Bri) e divenuto operativo lo scorso anno, di appoggio da parte della Cina per l’organizzazione di Expo 2027, di incremento di voli aerei fra i due Paesi e di corsi specifici per studenti di Belgrado.
Nel periodo 2009/2021 Pechino ha investito nei Balcani occidentali €32 miliardi mentre nella sola Serbia circa €10 miliardi.
Circa le importazioni, la Cina si conferma una fonte essenziale per investimenti e prestiti oltre che il principale partner commerciale di Belgrado con €5,10 miliardi registrati nel 2024.
A proposito di “Peacekeeper 2025”, la 72′ brigata di operazioni speciali della Serbia ha portato a termine esercitazioni militari congiunte dal 19 al 28 Luglio in Cina, nella provincia di Hebei, con un reparto di Pechino malgrado le scontate critiche da parte di Washington e Bruxelles.
Il Ministero della Difesa della Serbia ha fornito nessun dettaglio circa “Peacekeeper 2025” mentre il suo omologo della Cina ha definito l’operazione come un approfondimento della cooperazione militare fra Belgrado e Pechino, un legame peraltro consolidato negli anni.
Le esercitazioni militari di “Peacekeeper 2025” hanno incluso tattiche nell’utilizzo di droni in simultanea all’impiego delle forze speciali.
A proposito di consolidata cooperazione militare fra Serbia e Cina è importante ricordare gli acquisti fatti da Belgrado di sei velivoli senza pilota CH-92A, CH-95 e di tre sistemi di difesa aerea FK-3 nel 2022.
L’ingresso della Cina nel panorama della difesa europea potrebbe derivare dai recenti acquisti da parte della Serbia dei sistemi missilistici terra-aria a medio raggio FK-3 ed a corto raggio HQ-17AE finalizzati al potenziamento delle capacità di difesa aerea del Paese.
Sempre nell’ottica della cooperazione militare, Belgrado poi ha in corso con aziende aerospaziali di Pechino lo sviluppo a livello nazionale del drone “Pegaz”.
Le esercitazioni militari “Peacekeeper 2025” sono in assoluto le prime all’interno del vasto panorama di cooperazione militare Serbia-Cina ma altrettanto non può essere detto in merito alle forze di polizia che hanno avuto modo più volte, l’ultima nel 2024, di confrontarsi in simulazioni anti-terrorismo in entrambi i Paesi.
Se le esercitazioni militari congiunte Serbia-Cina hanno limitata necessità operativa, ben più rilevanti sono le implicite motivazioni politiche
In conclusione le esercitazioni militari congiunte Serbia-Cina denominate “Peacekeeper 2025” devono essere interpretate come un gesto politico piuttosto che strategico, un passo peraltro prevedibile nel contesto evolutivo di una solida relazione bilaterale.
Da sottolineare poi che Pechino è il principale partner non occidentale di Belgrado e per quanto riguarda la diplomazia militare la Serbia rappresenta nel continente europeo da due decenni un rilevante punto d’appoggio per la Cina.
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