La lingua italiana mal si concilia con le “regole” dei motori di ricerca, una creazione del mondo anglosassone.
Una difficoltà questa ben conosciuta dai copywriter in lingua italiana, costantemente messi sotto pressione da quanto i motori di ricerca vogliono e cioè il rispetto del numero di battute sia nel titolo che nella prima frase dell’articolo oltre naturalmente alla frase chiave ed alla meta description, anch’esse costrette ad una analoga, rigida osservanza.
La lingua italiana sotto stress da parte dei motori di ricerca
Qualora lo scritto in lingua italiana non dovesse poi rispettare il volere dei motori di ricerca, la “pena” risulterebbe essere uno scarso posizionamento dell’elaborato che pertanto non troverebbe alcuno spazio nelle pagine solitamente più consultate.
Per cercare di comprendere quanto la lingua italiana risulti compatibile o meno con i canoni imposti dai motori di ricerca ci siamo rivolti all’Italian Club Aida (vedi link: italianclubaida.blogspot.com), una realtà culturalmente importante che si è affermata anche fornendo qualsiasi supporto grammaticale, lessicale o didattico a quanti insegnano la lingua italiana.
A seguire ecco la loro opinione.
Una lingua è lo specchio culturale della società che rappresenta.
La lingua riflette nella sua struttura, grammatica e lessico, il modo di pensare di chi la parla; l’identità linguistica è al tempo stesso identità culturale. Per questo motivo, la lingua registra anche l’evoluzione della società, e al giorno d’oggi, deve confrontarsi con i motori di ricerca.
La lingua italiana nei motori di ricerca deve affrontare una sfida importante.
Per risultare ben posizionati sui motori di ricerca esistono delle regole ben precise; la sfida della lingua italiana è quella di riuscire a rispettare queste regole senza snaturarsi.
Perché parliamo di sfida?
La lingua italiana è una lingua latina, e come tale ha una struttura molto diversa dall’inglese, che è la lingua di riferimento nei motori di ricerca. Queste differenze sostanziali nella struttura della lingua italiana implicano che le frasi e i paragrafi siano più lunghi rispetto all’inglese e di conseguenza il compito di “farsi trovare” dai motori di ricerca per chi scrive in italiano è più difficile.
La sfida riguarda sia la grammatica che il vocabolario.
Facciamo qualche esempio pratico. La lingua italiana è ricca di connettivi, cioè quelle parole che servono a collegare una frase ad un’altra secondo vari significati: tempo, causa, condizione, finalità, eccetera. La lingua italiana tende ad usare i connettivi per poter costruire paragrafi più complessi, esprimendo varie idee ben collegate fra di loro; al contrario, l’inglese predilige l’uso di frasi singole, o al massimo brevi paragrafi.
Per quanto riguarda il lessico, possiamo notare che l’inglese ha un numero di vocaboli maggiore rispetto all’italiano; ciò comporta che in alcuni casi la lingua italiana debba ricorrere ad una locuzione, utilizzando più parole. Per esempio, la traduzione italiana del verbo inglese “borrow” è “prendere in prestito”, ben due parole in più.
Anche nelle definizioni, la lingua italiana è spesso costretta ad esprimersi con un maggior numero di parole rispetto all’inglese. In molti casi, in inglese è sufficiente mettere le parole una dietro l’altra, quando non si usa direttamente una sigla: “Risk Assessment”, “HR Manager” “blood test”, eccetera. In tutti questi esempi, la lingua italiana deve necessariamente aggiungere le preposizioni articolate: “Valutazione del rischio”, “Responsabile delle Risorse Umane”, “esame del sangue”, con un aumento netto del numero di parole usate.
La lunghezza “strutturale” delle frasi nella lingua italiana potrebbe quindi penalizzarla nei motori di ricerca.
La lingua italiana e i motori di ricerca: l’intesa è possibile
Ogni lingua ha la propria struttura e segue le proprie regole; tentare di imitare lo stile e la struttura di un’altra lingua sarebbe un’operazione artificiale che non potrebbe mai dare buoni risultati. Per questo motivo, la lunghezza delle frasi nella lingua italiana non dovrebbe essere considerata un problema, ma semplicemente un’occasione per riflettere su come scrivere senza snaturare lo stile della lingua, ma cercando di ottenere la concisione e precisione che possono renderla più “appetibile” ai motori di ricerca.
Una buona pratica potrebbe essere quella di evitare le ridondanze: “una varietà differente”, “ le storie passate “, “ i risultati finali”; perché aggiungere parole che non servono a spiegare con maggiore precisione il nostro pensiero?
Anche la scelta del vocabolario in molti casi può aiutare a “risparmiare” parole; a volte invece di cercare la parola giusta si usa una definizione, che magari in quel momento risulta più comoda. Un esempio molto banale: scrivere “massa di gente” invece di “folla” farebbe evidentemente aumentare la lunghezza della frase.
Conoscere la struttura della lingua per vincere la sfida
Scrivere è un’attività complessa, che richiede non solo una profonda conoscenza della struttura di una lingua, ma deve rispecchiare l’identità culturale della società che questa lingua rappresenta. Adattare la lingua italiana alle regole dettate dai motori di ricerca significa soprattutto rispettarne la struttura, che è l’unico modo per trovare la strategia più efficace per vincere la sfida.
Redazione Italian Club Aida
italianclubaida.blogspot.com
Il qualificato parere dell’Italian Club Aida fornisce pertanto concrete speranze circa la compatibilità della lingua italiana con le regole che caratterizzano i motori di ricerca.
Per completezza è in ogni caso indispensabile sottolineare che, specie nel campo giornalistico, la maggioranza dei testi in lingua italiana non rispetta affatto quanto rigidamente dettato dai motori di ricerca probabilmente in virtù della possibilità di sponsorizzare quanto elaborato e pertanto di fargli ottenere in ogni caso un elevato posizionamento.
Un ringraziamento particolare alla Redazione Italian Club Aida che ha consentito l’utilizzo gratuito di un’immagine bella ed attinente al contenuto.