“Forse la Commissione europea lo vuole, ma non possiamo sacrificare un Paese”, è stata la magistrale e recente dichiarazione (vedi link: dichiarazione di marcel bolos) del Ministro delle Finanze della Romania Marcel Bolos.
Un Ministro delle Finanze non succubo di Bruxelles ma bensì in aperta opposizione alle volontà della Commissione europea determinata (come al solito, verrebbe giustamente da dire) a vedere solo pesanti nuove misure fiscali, riduzione di deficit di bilancio e di costi anche a prezzo di rovinare e destabilizzare economicamente e socialmente la Romania.
Era ormai da mesi che la Romania era lacerata da dibattiti, discussioni accese ed addirittura accuse di incostituzionalità a causa della necessità da parte del Governo di generare fondi aggiuntivi per il bilancio attraverso nuove misure fiscali senza però tagliare le spese dell’apparato statale e contemporaneamente astenendosi dall’aumentare gli stipendi.
Una difficilissima operazione di equilibrismo finanziario anche a causa dell’elefantiaco apparato pubblico che vede in un Paese di 19 milioni di abitanti ben 1,28 milioni di dipendenti statali.
A questo proposito occorre considerare che le spese statali ora superano il 14% rispetto al 2022.
Senza contare che se da un lato occorreva ad ogni costo difendere la tenuta sociale del Paese dall’altro era necessario per la Romania ridurre il deficit di bilancio sotto il 5% onde ottenere il placet per incassare i €29 miliardi stanziati da Bruxelles come parte integrante del piano di ripresa.

E così a fine Ottobre il Presidente Klaus Iohannis ha varato un pacchetto di aumenti e nuove misure fiscali in Romania (vedi link: nuove misure fiscali in Romania), alcune già effettive da circa un mese mentre altre gradualmente dal Gennaio 2024 in poi, che avranno per certo un impatto estremamente negativo oltre che destinato ad essere profondo ed a lungo termine.
Costretto dalle pressioni della Commissione europea ma in ogni caso determinato a non causare il dissesto sociale ed economico del Paese, il Governo della Romania ha varato da un lato una serie di aumenti e nuove misure fiscali e dall’altro eliminato svariate agevolazioni finanziarie per i settori edilizio, alimentare, agricolo ed informatico.
Infatti le aziende attive in settori quali servizi finanziari, petrolio e gas, sviluppo di software, edilizia ed agricoltura, alimentazione ed altri subiranno un impatto significativo da queste nuove misure fiscali.
Tra le nuove misure fiscali varate dal Governo della Romania una delle più criticate è sicuramente quella che colpisce le microimprese che in effetti si troveranno presto a sostenere una minimum turnover tax e cioè un’imposta dell’1% sul fatturato annuo fino ad €60.000.
Imposta che aumenterà al 3% se i ricavi supereranno tale importo.
A proposito della minimum turnover tax in particolare, nel tentativo di far approvare il disegno di legge in tempi rapidi evitando i necessari emendamenti e dibattiti il Governo ha deliberatamente ignorato il parere dell’Economic and Social Council (vedi link: economic and social council), convinto giustamente che le nuove misure fiscali in Romania avrebbero senza dubbio danneggiato l’economia.
Sempre secondo l’Economic and Social Council (CES) l’eccessiva pressione determinata dalle nuove misure fiscali in Romania a carico delle microimprese colpirà inevitabilmente le società in regola con le norme fiscali mentre gli evasori ne risulteranno in gran parte indenni.
Molte aziende ritengono poi che la minimum turnover tax oltre alle nuove misure fiscali della Romania introdotte non potranno che scoraggiare gli investitori dall’avviare nuovi affari nel Paese.
Tutte preoccupazioni generali sulle nuove norme fiscali in Romania (vedi link: preoccupazioni generali sulle nuove norme fiscali in Romania) espresse unitamente non solo dal mondo delle imprese ma anche da investitori ed accademici.
Ma le nuove norme fiscali in Romania avranno conseguenze anche sui lavoratori dipendenti.
Infatti i dipendenti attivi nello sviluppo di software, precedentemente esentati dall’imposta sui redditi da lavoro dipendente, beneficeranno di esenzione solo in caso di salari mensili lordi non superiori ad €2.000 mentre quelli dell’edilizia, agricoltura ed industria alimentare dovranno iniziare ad ottemperare alle nuove misure fiscali con il pagamento dei contributi per l’assicurazione sanitaria.
Saranno altresì soggetti a nuove misure fiscali i beni mobili detenuti da privati ed aziende così come gli immobili posseduti da privati mentre nuove misure fiscali o tasse aumentate colpiranno i prodotti alimentari e le bevande analcoliche con zuccheri aggiunti.
Tra le nuove misure fiscali in Romania vi è un’imposta aggiuntiva dello 0,5% sul fatturato di società di gas e petrolio qualora lo stesso sia superiore ad €50 milioni mentre per quanto concerne gli anni 2024 e 2025 un’ulteriore imposta del 2% peserà su quello degli istituti di credito.
Secondo il Primo Ministro Marcel Ciolacu le nuove misure fiscali su capitali, banche e grandi società non erano assolutamente più procrastinabili alla luce di una situazione interna incredibile che vedeva le tasse più basse d’Europa sul capitale ma tra le più alte sul lavoro.
Le pesanti riforme e nuove misure fiscali della Romania mirano anche a combattere l’evasione fiscale stimata annualmente in circa €30 miliardi.
Aggiungendo a questa cifra i circa €15 miliardi di incentivi e vantaggi peraltro ora definitivamente cancellati si raggiunge nientemeno che il 15% del PIL, un volume assolutamente non più sostenibile dal Paese come peraltro dichiarato apertamente dal Primo Ministro Marcel Ciolacu.

Occorre però sottolineare nuovamente, come peraltro ribadito più volte dal Ministro delle Finanze Marcel Bolos, che le nuove misure fiscali della Romania sono ben più moderate rispetto i diktat della Commissione europea determinata a vedere una drastica riduzione dei costi come parte di profonde riforme finanziarie anche a costo di destabilizzare socialmente ed economicamente il Paese.
Al fine di giustificare le gravi riforme e nuove misure fiscali della Romania, il Governo ha sottolineato che le stesse erano assolutamente inevitabili a fronte di un deficit di bilancio aumentato oltre le previsioni nonchè dell’attuale procedura per disavanzo eccessivo avviata da parte della Commissione europea.
Il Governo prevede che il pacchetto di riforme e nuove misure fiscali in Romania avrà un impatto positivo quantificabile in oltre €4,6 miliardi nei prossimi cinque anni.
La Romania è attualmente sottoposta la procedura per disavanzo eccessivo dell’UE dopo che il suo deficit di bilancio è aumentato più del previsto.