Nella relazione economica pubblicata nel mese di Ottobre a cura della World Bank ed inerente ai Balcani occidentali vengono esaminati economie, prospettive e possibili sviluppi dei Paesi che compongono quest’area e cioè Montenegro, Kosovo, Albania, Bosnia Erzegovina, Serbia e Macedonia del Nord.
La relazione economica in questione è denominata Western Balkan Regular Economic Report.
Nonostante il notevole sviluppo economico confermato anche quest’anno, probabilmente intorno al 3,4% e pertanto di 0,6 pp superiori alla media europea, secondo il rapporto di Ottobre della World Bank la crescita nell’area dei Balcani occidentali potrebbe subire una frenata sia a causa della crisi energetica che del rallentamento generale.
Sempre secondo il documento la performance economica dei sei Paesi dei Balcani occidentali non ha potuto non risentire del forte aumento dei prezzi dell’energia e del rallentamento dello sviluppo internazionale a seguito della guerra.

La crescita, confermata nel corso del primo semeste del 2022 e spinta sia da investimenti che consumi privati, è infatti in piena frenata a causa dell’aumento dei prezzi di prodotti alimentari ed energia.
La conseguente sensibile inflazione ha avuto infatti un duro impatto sia sulla fiducia delle imprese che sul potere d’acquisto progressivamente ridottosi con inevitabili e dirette ripercussioni sul mercato del lavoro.
In prospettiva, sempre secondo la relazione, le gravi turbolenze sui prezzi di energia e prodotti alimentari dei Paesi dei Balcani occidentali potrebbero determinare un aumento del 13% del numero dei poveri.
A fronte di questo imminente scenario viene suggerito ai Governi dell’area dei Balcani occidentali di avviare politiche di sostegno alle imprese e di protezione alle famiglie adottando al contempo provvedimenti mirati per frenare l’aumento dell’inflazione e della crisi energetica.
Tutte azioni ritenute fondamentali, specialmente nell’area del Balcani occidentali, per contenere l’impatto su famiglie ed imprese vulnerabili.