In Grecia la tassa sul clima ex tassa di soggiorno introdotta nel 2024 sarà sempre più cara.
La tassa di soggiorno imposta lo scorso anno dalla Grecia si chiama “imposta sulla resilienza alla crisi climatica”, apparentemente una tassa sul clima con la quale colpire il turismo che in tal modo si troverà a finanziare opera di competenza statale e cioè anche interventi a seguito di alluvioni ed incendi boschivi.
Con la tassa sul clima il Governo della Grecia vuole solo fare cassa
Introdotta inizialmente nel 2023 in sostituzione alla tassa di soggiorno, la tassa sul clima quest’anno verrà estesa ed ulteriormente aumentata per fare cassa grazie ai turisti che due anni fa in Grecia avevano toccato il record di 33 milioni di presenze.
Lo scopo è continuare a finanziare le opere di ricostruzione avviate dopo le alluvioni e gli incendi boschivi che il Paese aveva subito nel 2023.
Applicata inizialmente nel 2024, la nuova tassa sul clima escogitata dalla Grecia verrà estesa, a differenza della precedente tassa di soggiorno, anche agli affitti brevi proposti dalle numerose piattaforme online.
Si tratta di un’ulteriore conferma che la norma varata lo scorso anno ha nulla a che vedere con i cambiamenti climatici ma è motivata da ragioni di cassa oltre che squisitamente fiscali come dimostra la sua applicazione nel caso degli affitti brevi stagionali.
Introdotta in Grecia nel 2016 la tassa di soggiorno ora tassa sul clima è divenuta sempre più gravosa
La tassa di soggiorno è stata introdotta in Grecia nel 2016 e fino al 2023 questo importo extra a carico dei turisti era rimasto decisamente contenuto.
Con la nuova denominazione di tassa sul clima la pressione fiscale sui turisti che avevano scelto la Grecia era iniziata a lievitare sensibilmente e quest’anno vi saranno ulteriori aumenti anche fino ad €15 a notte.
Anche i turisti che arriveranno in Grecia con navi da crociera non si salveranno dagli aumenti della tassa sul clima e per Santorini e Mykonos vi sarà una sorta di entrance fee di €20 mentre per altre destinazioni sarà di €5.
A partire dal 2025 molte destinazioni europee saranno soggette alla tassa di soggiorno con importi aggiuntivi e restrizioni varie
Con il 2025 le politiche turistiche delle principali destinazioni europee diventeranno più severe per contrastare un turismo talvolta eccessivo e nel tentativo di razionalizzarlo.
Un sempre crescente numero di visitatori spesso accompagnato da proteste dei residenti locali e dal sovraccarico di infrastrutture talvolta molto delicate come nel caso di Venezia sono i motivi per cui numerose città hanno incrementato la politica basata su una tassa di soggiorno elevata spesso abbinata ad una tariffa di ingresso.
Il caso della Grecia con la tassa sul clima alla quale aggiungere la entrance fee a carico dei crocieristi diretti a Santorini e Mykonos vede infatti restizioni similari per le città di Barcellona e Venezia.
Anche in bassa stagione non si sfugge alla tassa sul clima della Grecia
La tassa sul clima ex tassa di soggiorno viene applicata in Grecia anche nella bassa stagione da Novembre a Marzo ma fortunatamente con importi giornalieri più contenuti.
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