Dopo quasi due anni di relativa quiete in Serbia sono nuovamente esplose le reazioni popolari contro l’affaire Rio Tinto.
Sabato 10 Agosto molte decine di migliaia di persone hanno manifestato nella capitale della Serbia contro il progetto peraltro per nulla nuovo di Rio Tinto Group, multinazionale anglo-australiana coinvolta nello sfruttamento del maxi giacimento di litio sodio borosilicato (LiNaSiB3O7OH) della valle di Jadar.
L’elemento di valore del giacimento della valle di Jadar in Serbia è rappresentato da boro e litio che Rio Tinto Group ha scoperto, unico al mondo perché contiene jadarite, un nuovo minerale di litio sodio borosilicato (LiNaSiB3O7OH).
Nonostante gli avvertimenti da parte governativa, decine di migliaia di manifestanti si sono così radunati prendendo posizione contro le operazioni estrattive nel maxi giacimento di litio sodio borosilicato della valle di Jadar.
La manifestazione di Agosto a Belgrado (vedi You Tube video link: Thousands protest in Serbia) non è che l’ultima dopo settimane di reazioni popolari in decine di città della Serbia contro un piano governativo teso a consentire l’estrazione da quello che a livello europeo potrebbe essere il più grande giacimento di litio sodio borosilicato (LiNaSiB3O7OH) in una rigogliosa zona agricola nella parte occidentale del Paese, la valle di Jadar.
Apparentementeo accantonato nel 2022 dopo numerose e grandi manifestazioni che avevano incluso blocchi di ponti e strade, il progetto di Rio Tinto Group in Serbia è stato sorprendentemente ripreso a seguito di un accordo sottoscritto dal Governo di Vucic con la Ue.
Alla cricca atlantista di Bruxelles fanno gola, a qualunque costo, il litio e l’acido borico del maxi giacimento di litio sodio borosilicato della valle di Jadar essenziali per batterie auto, turbine eoliche e pannelli solari
Il memorandum sottoscritto con la Ue sull’estrazione di litio e altri materiali chiave necessari per la “transizione verde” avvicinerebbe la Serbia al blocco e determinerebbe una sensibile riduzione delle importazioni di batterie al litio per quelle auto elettriche così care agli eurotalebani di Bruxelles.
Da sottolineare che se il carbonato di litio è un minerale fondamentale per le batterie di veicoli elettrici peraltro sempre più ambito nella riorganizzazione della filiera del settore automobilistico, l’acido borico è invece necessario per apparecchiature quali turbine eoliche e pannelli solari.
L’attività estrattiva da parte di Rio Tinto nel maxi giacimento di litio sodio borosilicato avrebbe conseguenze molto pesanti non solo per la valle di Jadar in Serbia ma anche per i Paesi confinanti
Alla luce di queste motivazioni chiave è ovvio che la miniera sia un’incredibile opportunità di sviluppo economico e per le riserve minerarie in Serbia.
Peccato però che il prezzo da pagare sia elevatissimo e cioè un inquinamento irreparabile della valle di Jadar, delle sue fondamentali riserve idriche sotterranee e dei terreni agricoli.
E non solo poiché l’estrazione del litio, considerata da più parti nociva per l’ambiente e le popolazioni della valle di Jadar, avrebbe coinvolto con conseguenze estremamente negative addirittura i Paesi confinanti con la Serbia, in particolare Montenegro, Croazia e Bosnia Erzegovina.
Questo anche per via del passaggio nell’area interessata di due dei principali corsi d’acqua di tutti i Balcani e cioè la Drina e la Sava.
Da tenere poi in grande considerazione anche il piano industriale di Rio Tinto Group, con relative implicazioni, consequenziale all’accordo preliminare sottoscritto nel 2014 e finalizzato alla creazione di un’area industriale vera e propria (vedi link: Riserve minerarie ed affaire Rio Tinto Group).
Il progetto di attività estrattiva in Serbia del maxi giacimento di litio sodio borosilicato gestito da Rio Tinto Group ha ovviamente ricevuto il sostegno della Ue
Il progetto di Rio Tinto Group ha ovviamente ricevuto il sostegno ufficiale dell’Unione europea (vedi link: Terre Rare), evidentemente più interessata ai risvolti economici stratosferici che alla salute ed al destino di quanti vivono non solo nella valle di Jadar ma in una zona ben più ampia.
Gli abitanti della valle di Jadar restano fortemente contrari all’attività estrattiva dal giacimento di litio sodio borosilicato che sarebbe gestita dalla multinazionale mineraria Rio Tinto malgrado il Governo della Serbia e la società abbiano garantito i più elevati standard ambientali nel processo di estrazione.
Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni per la protezione dell’ambiente organizzate nelle ultime settimane in tutta la Serbia ponendo una sfida importante a Vucic ed ai suoi accordi europeisti.
Le richieste della popolazione sono semplici e mirano alla messa al bando da parte governativa di qualsiasi estrazione di litio e boro in Serbia.
I residenti della valle di Jadar hanno poi nuovamente affermato che nulla avrebbe potuto convincerli ad accettare la miniera e l’attività estrattiva dal giacimento di litio sodio borosilicato e che sarebbero stati pronti a tutto per impedirne l’apertura.
Probabilmente la popolazione della valle di Jadar si fida poco o nulla di Rio Tinto Group in quanto avrà avuto modo di informarsi in maniera approfondita sui trascorsi professionali di questa multinazionale alla quale The Guardian aveva dedicato un articolo splendido ed esaustivo (vedi link: Rio Tinto’s past) con elencati i coinvolgimenti della società in casi giudiziari in Mozambico, Gran Bretagna, Papua Nuova Guinea ed Australia.
Siglati il mese scorso gli accordi che garantiscono alle multinazionali della Ue l’accesso esclusivo in Serbia ai minerali del maxi giacimento di litio sodio borosilicato della valle di Jadar
Da una parte, i giochi su Rio Tinto Group ed il giacimento di litio sodio borosilicato della valle di Jadar sembrano essere ormai chiusi visto che il mese scorso precisi accordi sono stati sottoscritti dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e dal vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefcovic.
Si tratta di accordi che garantiscono l’accesso esclusivo al litio della Serbia alle case automobilistiche dell’Ue, la tedesca Mercedes-Benz e la franco-italiana Stellantis.
Però l’ultima parola non è ancora detta visto che, nonostante gli sforzi del Governo della Serbia di delegittimare le proteste definendole come tentativi artati di un fantomatico colpo di Stato, centinaia di migliaia di persone abitanti la zona della valle di Jadar (e non solo) hanno nessuna intenzione di trovarsi vittime di Rio Tinto Group, dei suoi progetti estrattivi nel famigerato maxi giacimento di litio sodio borosilicato e della cricca euroatlantista di Bruxelles serva della multinazionale di turno.
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