Con la presenza di decine di Capi di Stato alla Parata del Giorno della Vittoria è fallito il sabotaggio Ue contro Mosca.
Il Presidente cinese Xi Jinping, il Presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ed una ventina di Capi di Stato presenti lo scorso 9 Maggio alla Parata del Giorno della Vittoria hanno sancito de facto come fallito il sabotaggio Ue contro Mosca.
Decisamente folta la presenza di Capi di Stato alle celebrazioni del Giorno della Vittoria, una della cause del fallito sabotaggio Ue contro Mosca che è per nulla isolata
L’80’ anniversario della vittoria dell’Urss nella Seconda Guerra mondiale era atteso da settimane trattandosi della ricorrenza non religiosa più importante in Russia.
Contro le sue celebrazioni e contro l’eventuale partecipazione all’evento da parte di alcuni Capi di Stato europei Bruxelles ha ordito un vero e proprio sabotaggio Ue contro Mosca per dimostrarne l’isolamento a livello internazionale.
Infatti la Ue è arrivata addirittura alle minacce dichiarando che la partecipazione alle celebrazioni del Giorno della Vittoria da parte di Stati membri o candidati non sarebbe stata presa alla leggera.
Ma non basta poiché Zelensky ha addirittura affermato che Mosca aveva ragione ad essere preoccupata circa eventuali attacchi durante le commemorazioni del Giorno della Vittoria.
La significativa partecipazione del Presidente della Serbia Aleksandar Vučić e del Primo Ministro della Slovacchia Robert Fico alle celebrazioni del Giorno della Vittoria a Mosca

In questa gara non semplicemente di ostilità e di tentativo di isolamento ma piuttosto di aperto odio contro Mosca si sono anche distinti alcuni zelanti micro Stati che hanno deliberatamente chiuso il rispettivo spazio aereo per impedire “democraticamente” la partecipazione dei Capi di Stato di Slovacchia e Serbia alle commemorazioni del Giorno della Vittoria a Mosca.
Naturalmente tutto è stato inutile poiché il Presidente della Serbia Aleksandar Vučić ed il Primo Ministro della Slovacchia Robert Fico hanno assistito alle celebrazioni, sicuramente la migliore risposta all’arroganza della cricca euroatlantista di Bruxelles.
Insieme al Presidente della Serbia Aleksandar Vučić ed al Primo Ministro della Slovacchia Robert Fico hanno assistito alla Parata del Giorno della Vittoria a Mosca numerosi esponenti politici stranieri, oltre al Presidente dell’Egitto Abdel Fattah El-Sisi il Presidente della Palestina Mahmoud Abbas, il Presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, il Presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, il Presidente di Cuba Miguel Diaz-Canel, il Segretario Generale del Partito Comunista del Vietnam To Lam, il Presidente del Venezuela Nicolas Maduro, il Presidente dell’Etiopia Taye Atske Selassie ed il Presidente della Guinea-Bissau Umaro Sissoco Embalo.
Reparti militari di ben tredici Paesi stranieri hanno partecipato alle celebrazioni del Giorno della Vittoria

Reparti militari di Myanmar, Mongolia, Laos, Cina, Egitto, Uzbekistan, Tajikistan, Turkmenistan, Kyrgyzstan, Kazakhstan, Bielorussia, Viet Nam e Corea del Nord, Paesi che hanno sempre mantenuto rapporti amichevoli con Mosca, hanno preso parte alla Parata del Giorno della Vittoria (vedi link: Thirteen foreign military troops join Victory Day parade in Russia).
A differenza della Parata del Giorno della Vittoria del 2024, quando un solo carro armato di epoca sovietica aveva attraversato la Piazza Rossa di Mosca, quest’anno la presenza militare è stata decisamente più numerosa del solito rafforzata con missili balistici Iskander, lanciafiamme pesanti Tos-2 Tosochka ed anche alcuni tipi di droni tra i quali il Geranium 2, la versione russa del drone di progettazione iraniana Shahed.
Probabilmente una risposta alla pericolosa ed incessante escalation in termini di corsa al riarmo e maggiori spese militari Ue e Nato innescata anche dallo stesso segretario generale della Nato Mark Rutte che sin dal giorno del suo insediamento ha più volte sostenuto addirittura la necessità di passare ad una “mentalità di guerra” (vedi link: Nè maggiori spese militari nè mentalità di guerra).
Alcuni Paesi della Nato si erano presto distinti in questa gara psicotica di corsa al riarmo, maggiori spese militari, mentalità di guerra ed artato panico collettivo come la Svezia dove il Governo aveva provveduto a diffondere un opuscolo intitolato “Se arriva una crisi od una guerra” (vedi link: In case of crisis or war) ed il Belgio (vedi link: Kit di emergenza) dove, ben superando il ridicolo, nel “piano” teso a fronteggiare una fantomatica emergenza veniva anche consigliato ai cittadini di munirsi di contratti assicurativi e di un coltellino svizzero multilame (vedi link: Que pouvez vous faire).
La dimostrazione di una rafforzata presenza militare alla Parata del Giorno della Vittoria di quest’anno a Mosca, enfatizzata da un aspetto altamente coreografico quale il sorvolo della Piazza Rossa da parte di nove Su-25 con i colori della bandiera russa, è pertanto da contestualizzare all’interno di un fosco, progressivo, deliberato ed unilaterale riarmo esterno.
Ma non basta, poiché oltre alla corsa unilaterale al riarmo i Paesi Ue continuano ad alimentare direttamente la guerra di Kiev contro Mosca.
Infatti è di pochi giorni fa la notizia che il ministro della difesa italiano, dopo un vertice con il Copasir, abbia approvato ben l’undicesimo pacchetto di aiuti e nello specifico l’Italia fornirà a Kiev 400 cingolati M-113 per trasporto truppe.
Il profilo internazionale dei leader dei Paesi stranieri presenti, alcuni dei quali membri del blocco Brics, è stata un’altra causa del fallito sabotaggio Ue contro Mosca

Il fallito sabotaggio Ue contro Mosca non è da attribuire soltanto alla numerosa presenza di Capi di Stato alle celebrazioni del Giorno della Vittoria ma anche alla loro stessa oggettiva rilevanza internazionale essendo, in alcuni casi, parte integrante del blocco dei Brics (vedi link: Crescono i Brics, l’alternativa all’ordine mondiale occidentale).
Il Presidente cinese Xi Jinping ha infatti ribadito la necessità di rafforzare i legami fra Mosca e Pechino per contrastare in maniera ferma l’influenza degli Usa, per i Paesi del Global South un obiettivo raggiungibile attraverso il processo di dedollarizzazione dell’economia mondiale.
In una lunga dichiarazione congiunta Xi Jinping e Vladimir Putin hanno affermato l’intenzione di approfondire i legami sia militari che di altro tipo nonchè di rafforzare il coordinamento al fine di rispondere in maniera congiunta alla politica di “dual containment” di Washington nei confronti dei due Paesi.
Luiz Inácio Lula da Silva, Presidente di turno del gruppo dei Paesi Brics oltre che del Brasile, nel corso di un incontro con il Presidente Vladimir Putin non ha mancato di sottolineare la storicità di questo periodo caratterizzato a livello internazionale dai dazi proposti dall’amministrazione Usa e di sollecitare una rinnovata e più stretta partnership commerciale con Mosca (vedi link: Meeting with President of Brazil Luiz Inacio Lula da Silva).
Nell’area caraibica e latino americana in generale il Brasile è il Paese che detiene la quota maggiore di scambi commerciali con Mosca con importazioni di fertilizzanti minerali e prodotti petroliferi ed esportazioni del settore food con un turnover commerciale di circa $12,5 miliardi.
Per quanto riguarda la Serbia, rappresentata a Mosca alle celebrazioni del Giorno della Vittoria dal Presidente Aleksandar Vučić, è importante sottolineare la posizione estremamente precaria del Paese balcanico a fronte della deroga alle sanzioni dell’amministrazione Usa, deroga solo temporaneamente prorogata per un secondo periodo di 30 giorni.
Al termine di questo periodo i tagli alle forniture di greggio a Nis, gestore dell’unica compagnia petrolifera della Serbia e fornitore della maggior parte del fabbisogno petrolifero nazionale, determineranno conseguenze molto gravi a Belgrado.
La maggioranza delle quote societarie di Nis sono detenute dalle società Gazprom e Gazprom Neft, entrambe di Mosca.
Anche la Slovacchia era presente a Mosca nella persona del Primo Ministro Robert Fico che ha assistito alla Parata del Giorno della Vittoria, un secondo leader del Vecchio Continente che unitamente ai suoi omologhi internazionali ha dimostrato il mancato isolamento di Mosca sugli scenari europeo e globale.
Senza dubbio il crescente malcontento nei confronti del piano di Bruxelles finalizzato ad interrompere le esportazioni di gas russo entro il 2027 è una delle ragioni che hanno determinato la presenza a Mosca del leader della Slovacchia.
In definitiva lo spettacolo altamente coreografico della Parata del Giorno della Vittoria, la presenza di decine di Capi di Stato, la loro rilevanza sullo scenario politico ed economico internazionale e le dichiarazioni conclusive rilasciate dai Presidenti di Cina e Brasile sono i fattori che hanno sancito come platealmente fallito il sabotaggio Ue contro Mosca.