Nel numero precedente abbiamo dedicato un ampio spazio a quello che si conferma come l’anno dell’Albania.
Da qualche giorno però alla rilevanza economica assunta dall’Albania grazie ai suoi recenti cavalli di battaglia (turismo in pieno boom, molte migliaia di pensionati stranieri che beneficiano dell’eccezionale formula della pensione a zero tasse (vedi link: pensione a zero tasse) per chi vi si trasferisca e, last but not least, di un crescente turismo dentale (vedi link: turismo dentale) contribuirà presto un altro elemento di notevole rilevanza, quello cioè legato all’entità dei giacimenti petroliferi di Berat nell’Albania centro meridionale peraltro scoperti già da anni.

Entusiastici i commenti del premier Edi Rama che ha dichiarato essere stato scoperto un greggio di qualità araba, un giacimento da milioni di dollari l’anno, una ricchezza enorme.
Infatti la presenza di strutture geologiche ideali a fungere da roccia serbatoio nelle profondità della montagna calcarea di Shpirag è risaputa almeno da inizio 2000 ed a questo proposito la Occidental Petroleum aveva scoperto nel 2001, ad una profondità di circa 5.300 metri, un giacimento di olio leggero 37 API ritenuto in grado di fornire 340 barili al giorno e denominato Shpirag 1.
Le possibilità estrattive della zona erano poi decisamente cresciute pochi anni dopo con il pozzo Shpirag 2 con un potenziale massimo di circa 1.300 barili al giorno di olio leggero con densità 35-37 API oltre a 6.000 m3/h di gas e dopo i riscontri estremamente positivi dei pozzi Shpirag 3 e Shpirag 4, quest’ultimo con un potenziale stimato in alcune migliaia di barili al giorno, Shell sta continuando con le attività di trivellazione del pozzo Shpirag 5.
A fronte di uno scenario economico molto promettente ed entusiasmante per l’Albania, Edi Rama ha annunciato che entro la fine dell’anno verrà ufficializzato uno specifico Fondo Sovrano destinato ad amministrare queste grandi risorse sull’esempio dei fondi sovrani di Norvegia, Arabia Saudita ed Azerbaigian.

Ironia della sorte, si fa per dire in quanto tutto è assolutamente voluto, dall’altra parte del Mare Adriatico vi è un Paese dove vi sono decine e decine di giacimenti pronti ad essere sfruttati ad assoluto beneficio dei suoi cittadini ma purtroppo tutto resta immobile da anni grazie alla scelta suicida di bloccare le trivelle.
E così, a pochi chilometri dalla costa pugliese, svettano strutture con bandiera croata che ricercano incessantemente sui fondali marini sia gas che petrolio mentre in Italia è nitido il ricordo, alcuni anni fa, dello stop imposto ad Edison in merito all’ampliamento della piattaforma petrolifera Vega nel canale di Sicilia.
Meglio acquistare il greggio dall’estero e farlo strapagare dai propri disgraziati cittadini.
Così sragionano a soli 80 km. dalla costa dell’Albania ma per fortuna io vivo nella parte giusta.