La Slovenia sta seriamente valutando l’introduzione della tassa di proprietà sugli immobili ad esclusione della prima casa.
Con l’introduzione in Slovenia della tassa di proprietà sugli immobili il Governo si prefigge un duplice risultato, accrescere l’offerta di proprietà in locazione sul mercato immobiliare in Slovenia e ridurre l’importo dei canoni locativi.
La tassa di proprietà sugli immobili attualmente in esame da parte del Governo in Slovenia potrebbe corrispondere all’1,45% del valore, la prima casa ne sarebbe esente mentre graverebbe su eventuali seconde o terze case oltre a terreni edificabili.
Secondo il legislatore l’impatto di una eventuale introduzione dell’imposta di proprietà sugli immobili ad esclusione della prima casa verrebbe ridotto in quanto i redditi generati da locazioni a lungo termine risulterebbero inclusi nel conteggio delle imposte.
Questo beneficio fiscale non riguarderebbe però le proprietà locate a breve termine, ad esempio ad utilizzo turistico.
La tassa di proprietà sugli immobili attualmente al vaglio del Governo della Slovenia ricorda stranamente, anche come modalità, quanto escogitato in tempi recenti in Croazia (vedi link: Il mercato immobiliare in Croazia) specie per gli aspetti fiscalmente “punitivi” nei confronti delle locazioni a breve termine.
La nuova imposta di proprietà sugli immobili, che esattamente come in Slovenia dovrebbe entrare in vigore nel 2025, colpirà in Croazia non meno di 800mila proprietari di seconde e terze case.
La tassa di proprietà sugli immobili, un chiodo fisso di Ue, Ocse ed Fmi
Ciò che sta per accadere attraverso l’introduzione dell’imposta di proprietà sugli immobili ai mercati di Croazia e Slovenia altro non è che la conseguenza delle pressioni subite da parte di organismi europei ed internazionali quali l’Fmi determinati a far sì che la base imponibile si espanda.
I numerosi tentativi falliti di colpire fiscalmente le proprietà di immobili in Slovenia
Negli ultimi decenni i tentativi di introdurre una tassa di proprietà sugli immobili sono stati numerosi ma, fortunatamente per i cittadini della Slovenia, tutti falliti per svariati motivi.
Nel 2013 la legge fiscale varata dal Governo e destinata a gravare anche sulle proprietà immobiliari era stata annullata dalla Corte Costituzionale della Slovenia l’anno successivo alla promulgazione a causa dell’incostituzionalità stessa del metodo utilizzato per stabilire i valori degli immobili.
Gli ulteriori tentativi da parte dei Governi successivi erano tutti puntualmente falliti a causa della forte contrarietà da parte dell’opinione pubblica nei confronti di un’imposta di proprietà sugli immobili.
La cosa non aveva mancato di sollevare forti critiche da parte di organismi internazionali e della stessa Ocse, tutti determinati a costringere la Slovenia ad introdurre una specifica tassa di proprietà sugli immobili.
Nel 2018 un ulteriore tentativo di varare un’imposta di proprietà sugli immobili in Slovenia
Già nel 2018 il Governo presieduto da Marjan Šarec aveva presentato una proposta di legge relativa alla fiscalità circa le proprietà immobiliari nel Paese, una questione scottante anche per quanto riguardava i beni immobili delle Comunità religiose.
All’epoca l’ex sottosegretario alle Finanze Darko Končan sosteneva l’applicazione della tassa di proprietà sugli immobili detenuti dalla Chiesa della Slovenia in quanto l’importo singolo calerebbe a fronte di un incremento della quantità disponibile.
La Conferenza episcopale della Slovenia non disponeva di un elenco dettagliato dei beni soggetti ad un’eventuale tassa di proprietà sugli immobili
Resta comunque il fatto che la Conferenza episcopale della Slovenia già nel 2018 sosteneva di non disporre di un elenco dettagliato dei propri beni e cioè di associazioni cattoliche, parrocchie e curie.
Senza contare poi che svolgendo attività no profit di divulgazione della fede oltre ad opere umanitarie aveva avanzato specifica richiesta di esonero da un’eventuale imposta di proprietà sugli immobili in suo possesso.
In ogni caso il mondo politico del Paese balcanico si è sempre mostrato disomogeneo a proposito di fiscalità su beni immobili detenuti da Comunità religiose.
L’intenzione del Governo è in ogni caso quella di abbinare la tassa di proprietà sugli immobili ad agevolazioni fiscali sul reddito.
In questa maniera i lavoratori in Slovenia con salario minimo beneficerebbero di un incremento sostanziale nella misura di €320 annui che toccherebbero €520 in caso di salario medio.
Qualora l’introduzione dell’imposta di proprietà sugli immobili avvenga quest’anno, entrerà in vigore in Slovenia nel 2026.
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