Nello scorso mese di Novembre la Macedonia del Nord ha dichiarato lo stato di crisi energetica in relazione alle prospettive in netto peggioramento.
Tale dichiarazione ufficiale ha formalmente autorizzato le autorità ad intervenire con aiuti finanziari per consentire alle compagnie elettriche di proprietà statale ESM e MEPSO di acquistare energia elettrica ed importarla dall’estero.
Specifiche misure di sostegno per le categorie più esposte finanziariamente sono allo studio da parte dei Ministeri del Lavoro e dell’Economia per evitare il diffondersi della povertà energetica mentre ESM dovrà presentare appositi provvedimenti di aiuto.

Per contenere lo stato di crisi energetica il Governo della Macedonia del Nord aveva inizialmente valutato maggiori importazioni di carbone di qualità da utilizzare nelle centrali che producono energia elettrica.
L’incendio avvenuto nella principale centrale nazionale a carbone, quella di REK Bitola, ha però dimostrato la debolezza del progetto governativo anche alla luce della sospensione produttiva a seguito del rogo.
Dal grave incidente infatti si è salvato un solo blocco operativo mentre gli altri due hanno affrontato numerosi giorni di sospensione dalla produzione di energia elettrica a causa dei danni subiti.
La ricorsa allo stato di crisi energetica che ha consentito al Governo della Macedonia del Nord di importare energia elettrica dall’estero è oggetto di valutazione da parte di Romania e Bulgaria mentre la Serbia pare avere due ottime soluzioni quali il carbone e la possibilità di maggiori importazioni di gas dalla Russia mentre la Moldavia ha sottoscritto un nuovo accordo con il suo fornitore di gas russo Gazprom.