Continuano le proteste in tutta la Serbia contro Rio Tinto Group e l’apertura di una miniera di litio gradita alla Ue.
Ritenuta dal Governo come una sorta di pietra miliare per il rilancio dell’economia del Paese, l’apertura di una miniera di litio da parte di Rio Tinto Group nella valle di Jadar continua più che mai a determinare incessanti e crescenti proteste in tutta la Serbia.
Nella storia recente della Serbia nessun investimento ha suscitato tante polemiche, opposizioni, scontri, manifestazioni e blocchi stradali quanto il progetto di estrazione dalla miniera di litio prospettata da Rio Tinto nella valle di Jadar.
Difatti ancora a fine mese di Ottobre l’Associazione delle Organizzazioni Ambientaliste della Serbia ha organizzato blocchi stradali in alcune località occidentali del Paese contro il ventennale progetto della multinazionale anglo-australiana esasperando il Presidente della Serbia Aleksandar Vučić al punto di accusare il movimento contro l’estrazione del litio di tentare di rovesciare il Governo con una rivoluzione colorata.
E’ dal mese di Settembre 2021 che la Serbia sta vivendo una vera escalation di manifestazioni, proteste e prese di posizione contro l’apertura da parte della multinazionale anglo-australiana Rio Tinto Group di una miniera di litio nella valle di Jadar, nella Serbia occidentale.
Per essere più precisi il giacimento in questione sarebbe probabilmente la più grande miniera di litio di tutta europa.
Ed il litio potrebbe aiutare il Presidente della Serbia Aleksandar Vučić a migliorare come non mai i rapporti con la Ue.
Dopo le elezioni in Serbia nei mesi di Dicembre e Maggio, il Presidente Aleksandar Vučić ha rilanciato il piano per l’apertura del giacimento di litio nella valle di Jadar, un piano che ha il pieno sostegno della Ue.
Difatti la scorsa estate il leader della Serbia ha ricevuto l’appoggio del tedesco Scholz, dopo una valutazione congiunta per un accordo provvisorio sull’estrazione di litio, oltre a quello delle principali case automobilistiche come Stellantis, Volkswagen e Mercedes-Benz ed il motivo è appunto il minerale del giacimento della valle di Jadar, assolutamente determinante per le batterie per autoveicoli elettrici.
Ciò che rende unica la miniera della valle di Jadar nella Serbia occidentale è costituito da boro e litio rilevati da Rio Tinto, un nuovo minerale definito jadarite che contiene appunto litio sodio borosilicato (LiNaSiB3O7OH).
Il Governo della Serbia ha stimato che a fronte della scoperta del giacimento della valle di Jadar il Pil del Paese potrebbe crescere enormemente compensando quel 50% che nel 2023 lo distanziava dalla media dei membri Ue.
Vent’anni fa la scoperta in Serbia del litio indispensabile per i veicoli elettrici che vuole la Ue
Sono passati ormai vent’anni dalla scoperta del giacimento che la multinazionale anglo-australiana aveva ritenuto essere il più grande di tutto il continente europeo ed in grado di fornire annualmente circa 58mila tonnelate di litio.
Una quantità che consentirebbe l’alimentazione di oltre un milione di veicoli elettrici, il sogno degli ecotalebani di Bruxelles fautori della transizione energetica e delle farneticazioni green.
In Serbia non solo Rio Tinto ma anche Volt Resources
In ogni caso Rio Tinto non è l’unico gruppo interessato al litio sodio borosilicato della valle di Jadar ed infatti sempre nella Serbia occidentale la società australiana Volt Resources ha ottenuto tre licenze per esplorare il sottosuolo di altrettante zone alla ricerca di minerali di litio e boro nelle zone di Petlovača e Ljig.
Secondo il gruppo ambientalista Eko Cer, Volt Resources è ancora in attesa della licenza per l’esplorazione geologica del giacimento Jadar Nord (vedi link: Asena Lithium Projects, Serbia), un’area di circa 100 km2 adiacente al progetto di estrazione di litio di Rio Tinto nella valle di Jadar.
La Germania vuole da tempo assicurarsi il litio della Serbia necessario per i suoi produttori di autoveicoli elettrici
Fondamentale per la produzione delle batterie agli ioni di litio utilizzate dagli autoveicoli elettrici, questo minerale è da tempo oggetto di pesante accaparramento da parte della Cina.
La Germania, il maggior produttore di autoveicoli nella Ue, se ne vuole assicurare le forniture a vantaggio della propria produzione e la Ue, alla ricerca di una progessiva indipendenza dalla Cina, è disponibile ad ogni soluzione pur di raggiungere l’obiettivo.
In oltre due anni centinaia di manifestazioni in tutta la Serbia avevano costretto il Governo a far sospendere con decreto il progetto da US$2,4 miliardi di Rio Tinto
Ma da oltre due anni manifestazioni e proteste contro Rio Tinto ed il giacimento di litio sodio borosilicato della valle di Jadar si sono moltiplicate in tutta la Serbia.
Ad Agosto, dopo settimane di proteste in oltre cinquanta città del Paese, decine di migliaia di persone hanno manifestato nella capitale della Serbia contro il progetto per l’estrazione del litio sodio borosilicato in quella che è stata la protesta più imponente dopo anni di blocchi di strade, autostrade, linee ferroviarie e ponti.
Blocchi, manifestazioni e proteste che nel 2022 avevano costretto il Governo a far sospendere con un decreto il progetto da US$2,4 miliardi di Rio Tinto nella Serbia occidentale.
Ma nel 2024 la Corte Costituzionale ha annullato il decreto di sospensione dei lavori per l’estrazione di litio nella valle di Jadar
Malauguratamente però l’estate scorsa la Corte Costituzionale della Serbia ha annullato il decreto che aveva determinato la sospensione del progetto di realizzazione della miniera di litio nella valle di Jadar dando in tal modo il via libera alla ripresa dei lavori da parte di Rio Tinto.
Il punto è che se Rio Tinto è di nuovo all’offensiva con l’investimento nel litio della valle di Jadar è grazie al sostegno da parte del Governo e del prossimo appoggio ufficiale da parte della Ue.
Scattate in tutta la Serbia decine di perquisizioni nelle abitazioni degli organizzatori delle proteste contro Rio Tinto
Negli ultimi mesi la polizia ha effettuato in tutta la Serbia decine di perquisizioni nelle case degli organizzatori delle manifestazioni contro il progetto di estrazione di litio sodio borosilicato successivamente accusati di violazione dell’ordine costituzionale.
Si tratta di un’accusa seria che può implicare una pena detentiva sino a 15 anni.
Nel corso della manifestazione tenutasi ad Agosto nella capitale della Serbia Zlatko Kokanović dell’associazione Ne damo Jadar ha sostenuto che nelle ultime settimane le autorità avevano preso di mira lui ed i suoi compagni dopo averli arrestati ed accusati per un blocco della linea ferroviaria.
Bojan Simišić, fondatore dell’organizzazione ambientalista Eko Straža, in merito alle perquisizioni nelle abitazioni degli organizzatori delle proteste avvenute in Serbia contro il progetto di estrazione di litio sodio borosilicato nella valle di Jadar, ha recentemente dichiarato (vedi link: Bojan Simisic denies legal action against his wife amid court notification controversy): “Dopo tutti gli arresti, le detenzioni e le intimidazioni delle ultime settimane, ora prendono di mira la mia famiglia.
Vogliono far entrare mia moglie, che non ha nulla a che fare con Eko Straža.
L’unica iniziativa che guida è “Save the Fruit”, dove aiutiamo gli agricoltori a vendere i loro prodotti una volta alla settimana a Belgrado.
Non è coinvolta in blocchi o nell’organizzazione di proteste.
Vogliono farla entrare solo per intimidirmi attaccando la mia famiglia.”
Nel frattempo è apparso in rete un sito che elenca con cognomi, nomi e foto i “terroristi ecologisti”, come vengono indicati gli oppositori al progetto della miniera di litio mentre il Presidente Aleksandar Vučić è giunto a definire “ignoranti” gli esperti che si sono esposti pubblicamente contro il progetto.
Ma la caccia a quanti in Serbia si oppongono al ventennale circa l’estazione di litio nella valle di Jadar si è fatta decisamente più serrata negli ultimi mesi con arresti, colloqui informativi con la polizia e confisca di pc e cellulari di quanti contrastino Rio Tinto.
Il portale del Centro per il Giornalismo Investigativo della Serbia (Cins) ha dedicato ampio spazio a quanto sta accadendo in un articolo intitolato Mappa: la lotta contro l’estrazione del litio (vedi link: La lotta contro l’estrazione del litio: arresti, debriefing, perquisizioni)
Sofija Todorović, alla quale lo scorso Settembre è stato conferito in Germania il premio per la pace di Aquisgrana, è stata fermata una decina di volte alla frontiera con la Serbia e l’ultima proprio al suo rientro dalla cerimonia di premiazione.
Sofija Todorović è presidente di un gruppo giovanile per i diritti umani.
Milica Ranđelović, curatrice e moderatrice della pagina Aktivizam presente sui social, si è invece vista sequestrare il telefono dopo un fermo di polizia all’aeroporto di Belgrado a fronte del sospetto di “incitazione al rovesciamento violento dell’ordine costituzionale.”
Ma la repressione colpisce anche gli stranieri come dimostra il caso della cantante croata Severina Vučković che, fermata a fine Agosto al confine con la Serbia, è stata oggetto di interrogatorio da parte della polizia in merito al suo sostegno alle manifestazioni contrarie a Rio Tinto.
Belgrado sta eseguendo gli ordini dell’Occidente favorevole alle attività estrattive di Rio Tinto in Serbia
Bojan Simišić ha giustamente dichiarato che il Governo della Serbia sta eseguendo gli ordini dell’Occidente, determinato a sostenere il Presidente Aleksandar Vučić in caso di crisi.
Per contro quanti si oppongono al progetto di miniera di litio sodio borosilicato nella valle di Jadar non sono affatto sostenuti dai Paesi occidentali, dalle loro ambasciate e dalla Ue (vedi link: Serbia si intensificano le proteste contro la miniera di litio).
Mobilitazione generale a Gornje Nedeljice, Loznica, dove dovrebbe essere realizzata la miniera di litio della valle di Jadar
Nella frazione di Gornje Nedeljice, Comune di Loznica, nella Serbia occidentale è ormai mobilitazione di tutta la cittadinanza.
E’ infatti in questa frazione circondata da campi coltivati a mais, soia e frumento che dovrebbero essere realizzati gli scavi per l’estrazione di litio sodio borosilicato, un progetto fortemente voluto dalla Commissione europea che la scorsa estate ha partecipato nella capitale della Serbia ad un vertice organizzato dal Governo.
In molte strade Rio Tinto ha acquistato svariate case prontamente sventrate, private dei tetti e circondate da cartelli che avvertono circa i pericoli di crolli.
Secondo i cittadini di Loznica si tratta di una strategia per spimgerli tutti a vendere prima che si trovino tra la miniera ed il deposito scarti.
Ad una recente manifestazione tenutasi a Gornje Nedeljice ha partecipato anche un parlamentare, il deputato socialdemocratico Srdjan Milivojević.
Ma per fortuna gli abitanti di Loznica e Gornje Nedeljice non sono soli, possono infatti contare su un robusto e variegato sostegno che in Serbia nasce dalla società civile e giunge sino al Parlamento unificando tutti quanti si oppongono al giacimento di litio sodio borosilicato per i motivi più differenti.
Nelle ultime settimane anche esponenti della cultura quali il regista Emir Kusturica hanno aderito al movimento di opposizione alla miniera.
Dalla sovranità delle risorse alla protezione dell’ambiente, dai gruppi nazionalisti alla sinistra ecologista sono veramente molto numerosi in Serbia quanti si battono contro la realizzazione della miniera di litio sodio borosilicato della valle di Jadar.
Braccio di ferro con Governo ed Ue
Abbiamo visto che immediatamente dopo le elezioni tenutesi in Serbia nel mese di Giugno scorso la Corte Costituzionale ha annullato il decreto governativo grazie al quale nel 2022 era stato interrotto il progetto relativo al giacimento di litio nella valle di Jadar.
Dopo appena otto giorni dal pronunciamento della Corte Costituzionale il vice presidente della Commissione europea Maroš Ševčović ed il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno incontrato a Belgrado il premier della Serbia in un vertice dedicato, guarda caso, proprio alle materie prime critiche tanto care ad Ue e Germania specialmente.
In quell’occasione argomenti centrali quali i veicoli elettrici, la produzione di batterie agli ioni di litio indispensabili ed il partenariato strategico per le sopra citate materie prime critiche sono stati oggetto di uno specifico MoU fra Serbia ed Ue.
Nel 2021 le proteste e manifestazioni contro il progetto estrattivo di Rio Tinto nella Serbia occidentale avevano avuto successo per via delle elezioni che si sarebbero svolte nel mesi successivi.
Allora il premier aveva placato le masse non solo sostituendo i ministri del suo Governo ma facendo sospendere i lavori per l’estrazione di litio nella valle di Jadar.
In questa occasione è invece passato all’offensiva non essendovi alcuna elezione imminente.
Questo però non significa affatto che il Governo non sia attualmente a rischio vista la durata e diffusione delle proteste contro l’estrazione di litio sodio borosilicato il cui fulcro sarà nell’area di Valjevo, Gornje Nedeljice, Loznica e Šabac, tutti centri della valle di Jadar.
Ancora una volta tutto dipenderà dalle masse, dai contadini e dai lavoratori difendere la valle di Jadar e battersi contro la muntinazionale anglo-australiana Rio Tinto Group ricorrendo agli abituali metodi di solidarietà.