La settimana scorsa è stato avviato un procedimento penale contro Evghenia Gutul, Governatrice della Gagauzia, con accuse di aver finanziato con fondi di Mosca, dal 2019 al 2022, il partito politico filo russo di Ilan Shor, peraltro ora messo al bando.
L’uomo d’affari Ilan Shor, fondatore dell’omonimo partito, è ora in esilio dopo la condanna inflittagli in Moldavia.
Sulla base delle accuse della Procura della Moldavia, “Evghenia Gutul è stata attivamente coinvolta nell’introduzione sistematica nella Repubblica di Moldavia di mezzi finanziari non contabilizzati provenienti da un gruppo criminale organizzato principalmente dalla Federazione Russa” ha riportato Reuters (vedi link: Moldova brings criminal case).
Secondo le accuse dei pubblici ministeri la Governatrice della Gagauzia Evghenia Gutul è stata coinvolta nel sistematico contrabbando di denaro russo in Moldavia per comprare elettori e sostenere gruppi politici legati all’oligarca Ilan Shor.
Per fare luce sulle accuse nei confronti di Evghenia Gutul e dimostrarne la matrice chiaramente politica è indispensabile a questo punto presentare i recenti sviluppi del gruppo di Ilan Shor al quale la Governatrice della Gagauzia è legata da tempo.
Ilan Shor ed Evghenia Gutul presentano a Mosca “Victory/Pobeda”
In merito a questo personaggio politico di spicco non solo in Moldavia è bene sapere che il 24 Aprile scorso Ilan Shor ha presentato a Mosca il suo nuovo blocco politico denominato “Victory/Pobeda” composto da alcuni esponenti di opposizione al Governo della Moldavia.
Era presente la Governatrice della Gagauzia Evghenia Gutul.
L’accordo politico è stato sottoscritto da Ilan Shor, Natalia Paraska di “Chance”, Alexey Lungu di “Victory”, Vadim Grozavu di “Forza alternativa per la salvezza della Moldavia” ed Alexander Beschierou.
A proposito di questo meeting, il portale indipendente di notizie Fakti.bg dedica un interessante articolo (vedi link: Moldova with a new opposition bloc) dove vengono riportati alcuni passaggi del discorso di Ilan Shor.
Circa il corso seguito dall’attuale Governo in Moldavia, Ilan Shor ha affermato che la sua insensatezza è ormai evidente agli occhi dei cittadini aggiungendo poi: “Ci sembra che sia giunto il momento di vincere.
Nessuno si fa illusioni sull’attuale Governo in Moldavia.
Hanno dimostrato con tutte le loro azioni che le loro politiche portano al disastro.
Il folle percorso verso l’integrazione europea è una strada verso nessuna parte per la Moldavia”.
Nel corso della presentazione di “Victory/Pobeda” Ilan Shor ha affermato che la sua formazione politica si batterà non solo per la fine dell’integrazione europea ma anche per creare legami più stretti con la Russia, ritenuta a suo avviso “partner tradizionale” della Moldavia.
I sostenitori del blocco politico “Victory/Pobeda” di Ilan Shor sono politicamente considerati favorevoli a cooperazione e relazioni amichevoli con gli altri Paesi oltre ad un positivo e reciproco partenariato con la Russia.
“Victory/Pobeda” di Ilan Shor sarà presente alle prossime elezioni nel Luglio 2025 insieme al Partito Socialista della Moldavia, ritenuto filo russo e guidato dall’ex Presidente Igor Dodon.
Incontrollata e rabbiosa la reazione dei politici della Moldavia con il Ministro delle Infrastrutture e dello Sviluppo della Moldavia Andrei Spinu che commentando la presentazione del blocco di Ilan Shor ha affermato che “Il nuovo blocco è stato creato a Mosca, vicino al Cremlino ed è quindi palese per chi lavorino.
Un’intero Paese ha visto i traditori a Mosca.
Possiamo dire chiaramente che questo blocco criminale organizzato… è stato creato a Mosca” come riportato da Balkan Insight (vedi link: Moldovan fugitive oligarch).
Dello stesso tono isterico il commento di Igor Munteanu del partito Coalizione per l’Unità ed il Welfare, secondo il quale “la comparsa a Mosca del nuovo blocco significa che i piani per destabilizzare la Moldavia stanno entrando nella fase di esecuzione” come riporta ipn.md in un articolo dedicato(vedi link: Victory bloc).
Per tornare al caso giudiziario che vede coinvolta la Governatrice della Gagauzia, l’articolo pubblicato da Balkan Insight (vedi link: Moldova prosecutors send crime file on Gagauzia Governor to court) spiega che contro Evghenia Gutul, vi sono altre accuse per aver coordinato “l’attività di alcuni uffici territoriali dell’ex partito Shor, occupandosi anche di remunerare i partecipanti alle proteste antigovernative organizzate dal partito Shor a Chisinau, accettando così finanziamenti… da un gruppo criminale organizzato per un totale di importo di 42,5 milioni di lei (2,1 milioni di euro)”.
Se giudicata colpevole delle accuse mossele, la Governatrice della Gagauzia Evghenia Gutul potrebbe incorrere nell’interdizione dai pubblici uffici e ad una pena detentiva fino ad un massimo di sette anni.
Evghenia Gutul ha respinto le accuse di corruzione come montate aggiungendo come riporta il quotidiano Daily Sabah (vedi link: Moldova files “fabricated”): “Contro di me è stato avviato un procedimento penale inventato.
L’ufficio del Procuratore anticorruzione, sotto l’influenza del Presidente della Moldavia Maia Sandu, prende di mira coloro che hanno migliorato la vita nel loro Paese, hanno lavorato per il bene della gente e si sono opposti alle azioni distruttive del Governo piuttosto che affrontare la corruzione.”
In merito alla fondatezza della accuse nei confronti della Governatrice della Gagauzia Evghenia Gutul vi sono forti dubbi ed alcune testate internazionali hanno preso posizione esplicite in merito come appunto il quotidiano Daily Sabah che in un recente articolo (vedi link: Moldova files “fabricated”) ha affermato che “Il Governo della Moldavia continua la sua politica intimidatoria contro la regione autonoma della Gagauzia portando in tribunale la sua leader Evghenia Gutul con accuse montate di corruzione”.
Per palese analogia giudiziaria viene subito in mente il caso realtivo all’esponente politico di opposizione Ilan Shor, leader dell’omonimo partito al quale stranamente appartiene anche Evghenia Gutul.
Ilan Shor è stato condannato in contumacia nell’Aprile 2023 a ben 15 anni di carcere per frode e riciclaggio oltre che per la scomparsa di US$un miliardo avvenuto nel 2014.
A detta dell’accusa, l’enorme ammontare di denaro era scomparso dal sistema bancario della Moldavia in maniera misteriosa.
Inizialmente condannato nel 2015 a sette anni e mezzo di carcere, la sua richiesta di appello si era però trascinata per anni.
In fase di Appello, la Corte di Chisinau ha poi emesso una sentenza di sequestro dei beni di Ilan Shor per ben US$290 milioni ma l’esponente politico aveva comunque abbandonato la Moldavia per tempo e da alcuni anni viveva in esilio.
L’US State Department ha dedicato un rapporto dettagliato sul sistema giudiziario della Moldavia, sul rispetto dei diritti umani e sul preoccupante ricorso alla selective justice o giustizia selettiva.
Al fine di formarsi una opinione neutra e corretta a proposito della fondatezza delle accuse verso la Governatrice della Gagauzia Evghenia Gutul ed esponente del partito politico di Ilan Shor, vale la pena di leggere il documento di cui, a seguire, estrapoliamo alcuni passaggi importanti peraltro rilevati anche dal quotidiano Daily Sabah.
I diritti umani in Moldavia secondo l’US State Department
Per comprendere le dichiarazioni della Governatrice della Gagauzia Evghenia Gutul circa le accuse di corruzione avanzate dalla magistratura della Moldavia è indispensabile a questo punto fare riferimento all’ultima relazione dell’US State Department (vedi link: Country reports on human rights practices) in merito ai diritti umani in Moldavia (con netta esclusione della Repubblica di Transnistria), una relazione che punta il dito non solo sull’applicazione discriminatrice delle leggi da parte della magistratura ma anche sulla diffusa corruzione.
Nel dettaglio, la relazione dell’US State Department sottolinea che “tra le questioni significative relative ai diritti umani (in Moldavia) figurano segnalazioni credibili di: tortura o trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti da parte delle autorità; condizioni carcerarie dure e pericolose per la vita; seri problemi con l’indipendenza della magistratura; gravi atti di corruzione governativa; mancanza di indagini…”.
Sempre a proposito dei diritti umani in Moldavia, l’US State Department aggiunge: “Mentre le autorità indagavano sulle denunce di violazioni dei diritti umani e corruzione commesse da funzionari, il processo è stato lento e gravoso.
Nel corso dell’anno, le autorità hanno incriminato ed arrestato diversi ex funzionari di alto livello, tra cui l’ex presidente Igor Dodon, l’ex membro del parlamento Vladimir Andronachi, il membro del parlamento del partito Shor Marina Tauber e l’ex direttore delle ferrovie moldave Anatolie Topala.
Nessuno di questi casi si è concluso con una condanna da parte di un tribunale alla fine dell’anno”.
L’US State Department continua circa i diritti umani in Moldavia affermando: “Sebbene la legge proibisca tali pratiche (tortura ed altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti ed altri abusi correlati) la Procura antitortura ha denunciato casi di tortura e trattamenti crudeli, inumani e degradanti, soprattutto in strutture di detenzione.
Le segnalazioni includevano casi di maltrattamenti nei centri di custodia cautelare nelle stazioni di polizia, in particolare negli ispettorati di polizia regionali.
L’impunità è persistita, ma nel corso dell’anno le autorità hanno avviato sempre più procedimenti giudiziari riguardanti accuse di tortura e trattamenti inumani o degradanti”.
Quanto riportato dall’US State Department a proposito dei diritti umani in Moldavia non può che gettare una luce sinistra sul sistema giudiziario del Paese e di conseguenza sulla fondatezza e credibilità delle accuse di corruzione formulate contro la Governatrice della Gagauzia.
Di estrema rilevanza quanto evidenziato sempre dal quotidiano Daily Sabah (vedi link: Moldova files “fabricated”) su un aspetto che è parte integrante del rapporto stilato dall’US State Department sui diritti umani in Moldavia, la selective justice e cioè: “la giustizia selettiva, caratterizzata dall’applicazione selettiva delle leggi per ragioni politiche, è stata evidenziata come un problema significativo, in particolare la mancanza di indipendenza della magistratura e l’applicazione ineguale delle leggi.
L’US State Department continua asserendo che “La natura selettiva della giustizia rimane un problema.
Alcuni politici di spicco detenuti durante l’anno hanno affermato che veniva applicata la giustizia selettiva e che i loro diritti a un giusto processo erano stati violati”.
In conclusione questa è l’atmosfera generale del sistema che ha dato vita alle accuse di corruzione contro la Governatrice della Gagauzia Evghenia Gutul, secondo fonti ufficiali dell’US State Department.
Come riportato al termine del nostro articolo del 27 Aprile (vedi link: Evghenia Gutul e la Gagauzia, spine nel fianco della Moldavia filo Ue), Evghenia Gutul, esponente della forza politica di Ilan Shor, aveva ricevuto notizia di non specificate azioni legali nei suoi confronti subito dopo la sua presa di posizione ufficiale in merito alla possibile richiesta di aiuto alla Russia da parte della Gagauzia.
Azioni legali che, come abbiamo appena visto, si sono puntualmente concretizzate con un tempismo stranamente perfetto quasi da “giustizia ad orologeria”, attraverso pesanti accuse di corruzione nei confronti di un esponente politico estremamente popolare in Gagauzia quale la Governatrice Evghenia Gutul.
Il livore, le frasi diffamatorie e gli insulti indirizzati ad Ilan Shor, Evghenia Gutul e la forza politica da loro presentata lo scorso 24 Aprile in Russia dimostrano però il timore o forse addrittura il panico da loro sortito in un sistema sul quale l’US State Department è stato più che esplicito.
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