Se il PIL è uno degli indicatori della ricchezza complessiva di un Paese, il PIL procapite, ottenuto dividendo il pil per la popolazione, indica sotto un certo punto di vista la misura del benessere medio dei cittadini.
Occorre infatti tenere sempre ben presente il costo della vita dei Paesi presi in esame per cui un PIL procapite basso in una realtà caratterizzata da un costo della vita contenuto non è affatto fonte di allarme, semmai l’incontrario.
Fatta questa doverosa precisazione, secondo i dati Eurostat inerenti al 2021 l’Albania risulta all’ultimo posto nell’area europea (ricordiamo che l’Albania fortunatamente non fa parte dell’UE né adotta l’euro ma ha bensì una propria valuta sovrana denominata Lek) per PIL procapite che è solo il 32% della media UE.
Nella regione Balcanica vi sono Paesi che hanno mostrato una crescita rapida, talvolta addirittura superiore alla media dell’area europea, come la Macedonia del Nord il cui indicatore è passato dal 38% addirittura al 42%.
La Serbia ha ottenuto il 44%, il Montenegro il 48% rispetto ad un precedente 45% e la Bosnia Erzegovina al 33% sempre della media dell’area europea.

Sulla base dei dati raccolti da Eurostat risulta che nel 2021 i Paesi che hanno raggiunto il PIL pro capite più altro nell’area europea siano stati Irlanda e Lussemburgo, rispettivamente con il 119% ed il 168% sopra la media europea.
Paesi dove il costo della vita è comunque estremamente elevato.
Con il 33% oltre la media europea si posiziona la Danimarca seguita dall’Olanda con +30% e da Austria e Svezia a pari merito con +23%.
Fatto degno di nota, all’estremo opposto si posizionano molte regioni dell’Italia meridionale con la Calabria che risulta agli ultimi posti per PIL procapite con un drammatico -75% rispetto alla media europea.