Pochi conoscono con certezza l’origine e la storia di Pietro Marubi (o Marubbi), meglio conosciuto in Albania come Pjeter Marubi.
Nato a Piacenza nel 1834, Pietro Marubi (vedi link: Pietro Marubi il primo fotografo d’Albania) è stato un patriota sostenitore di Garibaldi nel corso della prima parte della sua vita in Italia e successivamente un grande fotografo, architetto e pittore naturalizzato albanese.
Pietro Marubi, primo fotografo d’Albania, era nato a Piacenza
Attivo nei moti risorgimentali, Pietro Marubi era sato costretto a rifugiarsi nel 1856 nell’albanese Scutari all’epoca territorio ottomano (vedi link: Pietro Marubbi a photographer in ottoman era Albania) in quanto coinvolto nell’omicidio del sindaco di Piacenza.
Per ben comprendere il valore e la rilevanza delle opere fotografiche di Pietro Marubbi sin dalla sua epoca è indispensabile conoscere l’importanza che la fotografia aveva rapidamente assunto nell’Impero Ottomano la cui capitale, Istanbul, era divenuta già nel periodo del Sultano Abdul Hamid II (1876-1909) la meta principale dei più famosi fotografi europei dell’epoca.
Il Sultano, grande appassionato di fotografia, era riuscito a raccogliere presso il Palazzo Yildiz addirittura 36.585 immagini suddivise in ben 911 album fotografici raffiguranti palazzi ottomani, ritratti di membri della famiglia reale, panorami di città, eventi storici, organizzazione amministrativa e militare, architettura civile e luoghi vari.
Una parte estremamente rilevante di questa collezione sono gli album fotografici dei fratelli Abdullahyan, Vasilakis Kargopoulos, Pascal Sébah & Polycarpe Joaillier, Félix Bonfils, Nicolas Andriomeno, Guillaume Berggren, Bahriyeli Ali Sami e dei fratelli Gülmez.
Per capire il ruolo di Pietro Marubbi in questo ribollente contesto artistico e delle sue numerosissime e splendide testimonianze fotografiche non solo dell’Albania ma di tutti i Balcani è pertanto indispensabile conoscere la rilevanza dell’arte fotografica nel corso dell’era ottomana (vedi link: Pietro Marubbi and the photographers in the ottoman era).
Il primo studio fotografico d’Albania era stato aperto a Scutari da Pietro Marubi
A Scutari Pietro Marubi aveva dato vita al primo studio fotografico d’Albania (vedi link: Scutari Museo Marubi), appunto l’atelier Marubi, destinato a diventare il più importante dell’intero Paese ed a continuare l’attività come studio sino al 1944 grazie al supporto dei collaboratori ed assistenti Rrok Kodheli e Kel Kodheli (quest’ultimo meglio conosciuto come Kel Marubi, cognome acquisito dopo la morte di Pietro Marubi avvenuta nel 1903).
Nel Museo Nazionale della Fotografia di Scutari sono raccolte oltre 500mila immagini del fotografo Pietro Marubi
Nel 2018 la Triennale di Milano aveva ospitato, in occasione dell’anno commemorativo dell’eroe nazionale albanese Scanderbeg, una mostra organizzata dal Museo Nazionale della Fotografia Marubi (vedi link: Museo Nazionale della Fotografia Marubi).
Con l’occasione erano state esposte 170 fotografie e svariate lastre negative (vedi link: The 170 year old technique of photography maestro Pietro Marubi is back) di Pietro Marubi, Kel Marubi, Gegè Marubi, Pjetër Rraboshta, Angjelin Nënshati, Shan Pici, Kolë Idromeno e Dedë Jakova.
L’imponente operato di Pietro Marubi (vedi link: Pietro Marubi e l’arte delle fotografia in Albania) e successivamente dei suoi collaboratori non ha eguali visto che oltre 500 mila immagini sono state raccolte nel Museo Nazionale della Fotografia Marubi (vedi link: Marubi National Museum of Photography) che ospita anche l’archivio con oltre 100 mila negativi.
Attività lavorative, paesaggi urbani e rurali, famiglie in posa, costruzioni e fabbriche, i componenti della famiglia reale del Montenegro e ministri in visita, studenti e ritratti in abiti tradizionali sono solo una piccola parte, un rapido ma impressionante scorcio non solo dell’Albania ma degli interi Balcani raffigurati innumerevoli volte da Pietro Marubi in tutte le loro molteplici realtà.
La rilevanza di tali testimonianze fotografiche è tale che l’archivio Marubi è stato riconosciuto dall’Unesco come patrimonio internazionale.