Balkans Peace Platform, promossa dalla Turchia per migliorare cooperazione regionale e stabilità nei Balcani occidentali.
L’incontro inaugurale di Balkans Peace Platform, iniziativa voluta espressamente dal Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan per favorire stabilità attraverso la soluzione dei problemi della regione, ha riunito ad Istanbul funzionari e Ministri degli Esteri dei Paesi dei Balcani occidentali.
I Balcani occidentali, comunque uniti da legami condivisi non solo sotto il profilo umano ma anche culturale, si confermano una priorità strategica per Ankara come peraltro sottolineato da Hakan Fidan Ministro degli Esteri della Turchia, Paese che attribuisce loro la massima importanza nel mantenimento di sicurezza e pace sia a favore del continente europeo che delle aree circostanti.
Per il conseguimento di questi scopi Balkans Peace Platform si prefigge obiettivi ambiziosi quali promozione di cooperazione e dialogo fra i Paesi dell’area balcanica occidentale, elaborazione e sviluppo di soluzioni alle questioni relative all’area unitamente alla stabilità della stessa, ritenuta fondamentale per la pace della regione e del continente europeo e realizzabile solo attraverso una più stretta collaborazione.
Pur non risultando una priorità a livello di opinione pubblica o dibattiti politici e malgrado abbiano mai attirato particolare attenzione nell’ampio contesto della politica estera di Ankara, i Balcani hanno sempre ricoperto un ruolo strategicamente rilevante nella storia non solo moderna della Turchia che, pienamente consapevole della propria rilevanza geopolitica, si è sovente impegnata a conservare un rapporto equilibrato ed una politica cauta nei confronti dei Paesi della regione.
Ed è proprio da contestualizzare all’interno di questa accorta e ponderata strategia geopolitica il lancio di Balkans Peace Platform, un’iniziativa diplomatica di ampio respiro con cadenza semestrale voluta dal Presidente della Turchia ed orientata ad una stabile e proficua pace nei Balcani occidentali.
Il Ministro degli Esteri di Ankara ha poi sottolineato che le opportunità mancate consequenziali alla purtroppo cronica instabilità politica della regione possono determinare serie ripercussioni sia in termini di sicurezza che economici ed avvertendo circa la necessità di risolvere i problemi regionali attraverso soluzioni esclusivamente regionali.
Balkans Peace Platform è pertanto da considerarsi come il diretto risultato del pensiero che caratterizza la geopolitica della Turchia, un Paese che intende giustamente svolgere uno stimolante ruolo di forza stabilizzatrice in una vasta area, quella appunto balcanica, di grande interesse sia per l’Occidente che per Mosca ma senza per questo autocandidarsi ad alternativa per Ue/Usa o contrappeso alla Russia.
A questo proposito un esempio sintomatico è costituito dal Kosovo che, dichiaratosi indipendente dalla Serbia nel 2008, è stato riconosciuto da Ankara ma non da Belgrado ma ciononostante la Turchia ha sempre mantenuto forti relazioni diplomatiche con entrambi.
Altri casi che evidenziano la piena disponibilità di Ankara sono i rodati sistemi di dialogo tripartito Turchia-Bosnia Erzegovina-Serbia e Turchia-Bosnia Erzegovina-Croazia, iniziative determinanti per comprendere il tipo di approccio di politica estera fortemente inclusiva auspicata da Ankara nei Balcani occidentali.
Una politica estera quella della Turchia nell’area balcanica sostanzialmente imperniata sulla tutela delle minoranze, uno scopo realizzabile a condizione di mantenere rapporti eccellenti con tutti i protagonisti della regione proprio attraverso Balkans Peace Platform.
Sotto il profilo economico la Turchia riconosce grande rilevanza ai progetti infrastrutturali nell’area come peraltro dimostrato dalla prossima realizzazione dell’autostrada Belgrado-Sarajevo mentre sotto quello commerciale Ankara ha da tempo sottoscritto accordi di libero scambio con tutti i Paesi delle zone balcaniche occidentali.
L’Albania è un altro protagonista dello scenario regionale balcanico al quale Ankara presta da sempre grande attenzione.
Come peraltro rilevato dalla Banca d’Albania gli investimenti turchi nel Paese hanno raggiunto €1,22 miliardi di cui ben €204 milioni nei primi nove mesi del 2024 con un incremento del +62% rispetto al 2023.
La Turchia aumenta la propria presenza sul mercato finanziario albanese
Nei prossimi mesi il Consiglio di Vigilanza della Banca d’Albania procederà con l’emissione della licenza a favore di Banca Ziraat, una secolare istituzione finanziaria che in Turchia ha sempre costituito uno stabile punto di riferimento per gli operatori agricoli e le aziende del settore.
L’istituto di credito ha per ora ottenuto il benestare preliminare al quale farà seguito entro dodici mesi il rilascio della licenza ed in quel momento Ankara sarà un protagonista di estrema rilevanza sulla scena bancaria albanese anche a fronte di Banka Kombëtare Tregtare (Bkt), primario istituto di credito a capitale interamente turco.
La realizzazione di Balkans Peace Platform conferma il secolare interesse di Ankara per i Balcani
Grande attenzione poi deve essere riservata alla strategia energetica elaborata da Ankara che nell’area sta realizzando memorandum di cooperazione energetica come nei casi recenti di Romania e Bulgaria.
Con tali accordi la Turchia mira a diventare un polo energetico primario non solo nella regione balcanica ma in un ben più vasto contesto europeo centrale e sudorientale consentendole in tal modo di posizionarsi come diretto antagonista di Atene nel mercato energetico regionale.
Sotto il profilo militare i Paesi di Balkans Peace Platform guardano a differenti partner chiave
Anche sotto il profilo militare Ankara mira legittimamente, attraverso una maggiore cooperazione nel settore della difesa, a ricoprire un ruolo centrale nell’area come recentemente confermato dall’interesse a ratificare ampi accordi quadro con Macedonia del Nord, Albania e Kosovo.
A proposito di quest’ultimo Paese un anno fa la Turchia è risultata un fornitore chiave per quanto riguarda equipaggiamenti ed armi, del valore di circa $1 milione, destinati alle forze di sicurezza di Pristina.
Ejup Maqedonci, Ministro della Difesa del Kosovo, aveva sottolineato all’epoca le ottime relazioni fra i due Paesi e nel lodare il contributo di Ankara in termini di addestramento ed equipaggiamenti militari aveva sottolineato la donazione come parte del programma di supporto militare estero del Governo della Turchia.
La cooperazione militare regionale, sempre auspicata da Ankara e peraltro sorprendentemente caratterizzata da unità di vedute nonostante differenti punti di riferimento, è stata poi confermata nuovamente in una riunione specificamente focalizzata su questo aspetto tenutasi nel Maggio scorso ad Istambul con esponenti militari di Montenegro, Serbia, Romania, Bosnia Erzegovina, Albania, Bulgaria, Grecia e Macedonia del Nord.
A proposito di punti di riferimento intendiamo gli attori che caratterizzano il complesso scenario balcanico dove Russia, Turchia ed Usa esercitano la loro rispettiva influenza pur se in maniera e misura differente secondo datate rivalità.
Ad esempio mentre la Bosnia Erzegovina guarda ad Ankara come partner principale, la Serbia conserva profondi legami con la Russia e l’Albania con Turchia ed Usa.
Balkans Peace Platform, un’opportunità promossa dalla Turchia per risolvere incertezze e problematiche balcaniche a livello regionale
Il Ministro degli Esteri della Turchia Hakan Fidan è stato chiaro sullo scopo finale di Balkans Peace Platform.
“La necessità di rafforzare i meccanismi di dialogo regionale è più grande che mai.
Dobbiamo imparare dalla nostra storia comune ed assumerci la responsabilità di plasmare il nostro futuro.
La stabilità può essere costruita solo insieme” ha ribadito al termine dell’incontro di Istanbul.
Grecia e Turchia, i due protagonisti per la leadership nei Balcani occidentali
I prossimi mesi saranno quindi cruciali per valutare i progressi di Balkans Peace Platform, un’iniziativa del Presidente della Turchia per favorire la massima stabilità attraverso la soluzione esclusivamente interna dei problemi di un’area caratterizzata da frizioni talvolta estreme.
I progressi dipenderanno naturalmente anche dalle reazioni di Atene quando si renderà conto appieno della mossa di Ankara, visto cha la Grecia si era sempre posta come leader informale dei Balcani occidentali, ruolo di leadership che al momento pare decisamente insidiato.
I Paesi balcanici presenti alla riunione inaugurale di Balkans Peace Platform organizzata in Turchia il 26 Luglio scorso sono stati Bosnia Erzegovina, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Albania e Kosovo.
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