Benchè mai citato fino agli anni ’80 il capomastro scultore del Monte Rushmore è stato l’artista italiano Luigi Del Bianco.
Malgrado il determinante contributo nella realizzazione del celeberrimo complesso monumentale del South Dakota, Luigi Del Bianco, al quale come vedremo era stato affidato un compito molto delicato, è rimasto praticamente sconosciuto fino agli anni ’80.
Il suo nome infatti non compariva in alcuna targa commemorativa, narrazione storica od atto ufficiale eppure senza il capomastro e scultore italiano il complesso momumentale del Monte Rushmore che ogni anno è oggetto di visita da oltre tre milioni di americani sarebbe stato ben differente o forse non sarebbe addirittura stato realizzato.
Nato a Le Havre il 9 Maggio 1892 durante il viaggio di ritorno dagli Usa dei genitori, Luigi Del Bianco era originario di Meduno, località del Friuli famosa da secoli per i suoi scalpellini e dopo alcuni anni di pratica come apprendista prima a Vienna e poi a Venezia si era trasferito a Port Chester nello Stato di New York.
Nel 1921 era entrato a far parte del gruppo di operai e scalpellini coordinato da Gutzon Borglum, uno scultore danese con il quale aveva avuto precedentemente alcune collaborazioni professionali nel suo studio di Stamford, in Connecticut.
In quegli anni la collaborazione fra Gutzon Borglum e Luigi Del Bianco si era progressivamente infittita a fronte della realizzazione di opere significative quali l’Hancock Memorial in South Carolina, le Stone Mountain in Georgia ed il Memorial a Newark.
L’incarico speciale circa la realizzazione delle imponenti sculture del Monte Rushmore era stato conferito a Gutzon Borglum nel 1932 che però, a seguito dell’abbandono da parte del capo-scultore Hugo Villa, si era ricordato del suo valido collaboratore italiano poi subito ingaggiato.
Nel corso dei primi due anni l’impegno di Luigi Del Bianco, appeso al Monte Rushmore ad altezze vertiginose respirando polvere, era stato essenzialmente l’eliminazione del granito tra i visi di George Washington e Thomas Jefferson oltre a dar vita ed espressione al volto di quest’ultimo, compito di grande difficoltà.
L’improvvisa interruzione dal lavoro dello scultore italiano determinato ad ottenere un ragionevole aumento salariale, aveva causato serie conseguenze a cominciare dai visi dei due presidenti la cui rifinitura era rimasta incompiuta, fattore che aveva convinto la direzione dei lavori a soddisfare le richieste economiche di Luigi Del Bianco.
Da quel momento tutti gli scalpellini e trapanatori all’opera sul Monte Rushmore erano stati subordinati al capomastro e scultore italiano particolarmente impegnato nello sforzo di dare la maggior espressività possibile ai volti di George Washington e di Thomas Jefferson nel 1936, di Abramo Lincoln nel 1937 e di Franklin Delano Roosevelt nel 1939.
La tecnica geniale per dar vita agli sguardi dei visi di granito del Monte Rushmore
Il capomastro e scultore italiano Luigi Del Bianco a questo proposito aveva avuto un’idea geniale, quella cioè di inserire granito cuneiforme preventivamente intagliato nelle cavità oculari dei quattro Presidenti Usa per sfruttare i riflessi di luce che in tal modo avrebbero conferito una naturale brillantezza.
Il Monte Rushmore National Memorial con i volti maestosi dei quattro Presidenti Usa, opera monumentale alla cui realizzazione lo scultore italiano aveva mai rivendicato alcun contributo, era poi stata terminata ed inaugurata nel 1941.
La straordinaria storia del capomastro e scultore italiano senza il quale il complesso monumentale del Monte Rushmore sarebbe stato come minimo ben differente è riemersa grazie a Cesare, figlio di Luigi Del Bianco, che negli anni ha raccolto informazioni ed elementi vari circa l’operato del padre.
Immagini, documenti ed appunti che hanno consentito di ricostruire e descrivere in un libro portato a termine dal nipote Lou, “In the shadow of the mountain”, la storia del nonno.
Molti reperti sono poi stati donati al municipio di Meduno che nel 2017 ha provveduto a ricordare lo scultore italiano con alcune targhe installate nel borgo a lui intitolato, sulla facciata della casa dove era nato e su quella da lui costruita.
Prima di morire di silicosi a New York il 20 Gennaio 1969 Luigi Del Bianco era riuscito a tornare al suo paese natale per una visita.
Un ringraziamento particolare a Pixabay che ha consentito l’utilizzo gratuito di immagini belle ed attinenti al contenuto.