Il blocco di un tir ad Ancona ha portato alla scoperta di un possibile traffico illecito di rifiuti verso l’Albania.
Un possibile traffico illecito di rifiuti diretti in Albania è stato scoperto dalla GdF di Ancona e dai funzionari dell’Ufficio delle Dogane che, verificando i documenti relativi ad un autoarticolato pronto ad imbarcarsi su un traghetto con destinazione Albania, hanno riscontrato svariate anomalie.
L’esame delle 16 tonnellate di merci del tir diretto in Albania, poi classificate come rifiuti urbani, hanno determinato una denuncia per il reato di traffico illecito di rifiuti
Ad un successivo approfondimento anche delle merci, rivelatesi peraltro come rifiuti tessili, dirette in Albania sono emerse ulteriori difformità rispetto a quanto indicato nella dichiarazione doganale.
I funzionari dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale hanno poi esaminato a loro volta le merci caricate sull’autoarticolato classificandole come rifiuti urbani.
Questa fase di riclassificazione rispetto a quanto precedentemente indicato dalla società italiana che stava effettuando il trasporto verso l’Albania ha determinato automaticamente l’insufficienza della documentazione che avrebbe dovuto accompagnare le merci in fase di esportazione.
Nella fattispecie mancavano l’autorizzazione preventiva emessa dal Paese ricevente, peraltro impossibile visto che l’Albania proibisce l’importazione di merci di tali tipologie, unitamente alla preventiva procedura di bonifica ovviamente non effettuata dalla società responsabile.
In conclusione, GdF ed Agenzia delle Dogane hanno proceduto con il sequestro delle 16 tonnellate di rifiuti tessili e con la denuncia del legale rappresentante della società italiana per il reato di traffico illecito di rifiuti.
Ad Agosto l’Albania era risultata coinvolta in un probabile traffico illecito di rifiuti industriali sequestrati a Singapore
Lo scorso mese di Agosto ben 800 tonnellate di rifiuti industriali probabilmente tossici non dichiarati provenienti dall’Albania e scoperti a Singapore dentro 100 container avevano determinato l’avvio di indagini per possibile traffico illecito di rifiuti anche da parte dello European Union’s Anti-Fraud Office a Bruxelles e della Procura di Durazzo (vedi link: Traffico di rifiuti industriali dall’Albania).
Secondo la ong Basel Action Network di Seattle il carico di rifiuti, originario dell’Albania, aveva però lasciato nel mese di Luglio il porto di Durazzo per l’Italia dove i container, per la precisione 61 e 41, erano stati caricati rispettivamente sui cargo Condor e Campton del leader di spedizioni internazionali Maersk.
Le indagini svolte dalla ong di Seattle sostenevano che le navi Maersk coinvolte nel traffico illecito di rifiuti provenienti dall’Albania avessero fatto a Singapore una semplice tappa di transito lungo un tortuoso percorso ma che l’effettiva destinazione finale fosse la Thailandia.
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