In Slovenia è stato annullato il referendum consultivo per ampliare la centrale ad energia nucleare di Krško.
A seguito del ricorso presentato alla Corte Costituzionale non solo da esperti ma anche da gruppi ambientalisti che ne mettevano in dubbio la legalità, sessantanove deputati del Parlamento della Slovenia hanno annullato il referendum consultivo programmato per il 24 Novembre e finalizzato all’ampliamento della centrale nucleare di Krško attraverso la realizzazione di un nuovo impianto, denominato JEK 2, adiacente a quello originario (vedi link: Si avvicina il referendum per ampliare la centrale ad energia nucleare di Krško).
La realizzazione dell’impianto ad energia nucleare JEK 2 costituito da un secondo reattore era stata ritenuta necessaria per il mantenimento dell’indipendenza energetica della Slovenia anche alla luce delle condizioni di invecchiamento dell’attuale centrale nucleare di Krško.
Nel 2023 Croazia e Slovenia avevano esteso la durata di vita della centrale ad energia nucleare di Krško
A proposito di quest’ultimo punto Croazia e Slovenia avevano concordato nel 2023 l’estensione della durata di vita dell’impianto ad energia nucleare di Krško, realizzato congiuntamente nel 1983 quando i due Paesi facevano parte della Yugoslavia, di altri 20 anni e cioè fino al 2043.
Nel Gennaio 2023 il Ministero dell’Ambiente della Slovenia aveva infatti concesso una specifica autorizzazione per estendere la durata di vita della centrale nucleare di Krško fino al 2043, decisione alla quale si erano fermamente opposti gruppi ambientalisti, fra cui Greenpeace, che ne sostenevano invece lo smantellamento anche alla luce di fondate preoccupazioni sia in merito all’età della struttura che sui noti rischi sismici di quella zona della Slovenia.
L’impianto ad energia nucleare di Krško soddisfa il 16% del fabbisogno di energia elettrica della Croazia ed il 20% della Slovenia.
Il referendum precedentemente stabilito per il 24 Novembre, essendo consultivo, non aveva pertanto il potere di far continuare né di bloccare il progetto ma sarebbe stato utile al Governo della Slovenia per capire l’orientamento generale dei cittadini e di conseguenza se continuare l’impegno a favore degli investimenti nell’energia nucleare.
Qualora il responso referendario fosse stato nettamente negativo il Governo si sarebbe trovato in notevoli difficoltà, specialmente nella gestione di un tale compito.
In ogni caso, come dichiarato dal Premier della Slovenia Robert Golob, la decisione finale circa l’ampliamento della centrale nucleare di Krško non sarà presa prima del 2027 e comunque successivamente all’investimento di €100milioni in ricerca e personale necessario.
Le ragioni per cui il Governo della Slovenia ha annullato il referendum consultivo per l’ampliamento della centrale ad energia nucleare di Krško
In aggiunta alle qualificate contestazioni mosse al Governo della Slovenia da gruppi ambientalisti ed esperti, un motivo preso in estrema considerazione è stata la domanda stessa oggetto della consultazione referendaria e cioè:
“Siete favorevoli all’attuazione del progetto JEK 2, che insieme ad altre fonti a basso contenuto di carbonio garantirà una fornitura stabile di energia elettrica?”
I legislatori della Slovenia hanno infatti ritenuto che vi fossero comprensibili ed evidenti dubbi in merito alla capacità degli elettori di prendere una decisione non solo autonoma e responsabile ma specialmente informata su un aspetto rilavante quanto quello dell’energia nucleare.
Da tenere poi anche presente il sondaggio pubblicato dal quotidiano Dnevnik nello scorso mese di Ottobre che mostrava da inizio anno in Slovenia una sensibile caduta di sostegno pubblico per la realizzazione della nuova centrale nucleare di Krško JEK 2.
Il calo di circa il 10% aveva portato il sostegno dell’opinione pubblica al 59% e si accompagnava ad oltre il 64% degli intervistati che affermavano di non avere informazioni sufficienti in merito.
A sostegno di quest’ultima diffusa affermazione anche il Presidente della Slovenia Natasa Pirc Musar ha sottolineato che per un referendum del genere sono necessarie molte più informazioni.
In ogni caso, benchè il Parlamento della Slovenia abbia deciso l’annullamento del referendum consultivo per ampliare la centrale ad energia nucleare di Krško, non significa assolutamente che lo stesso non possa essere indetto successivamente.
E’ comunque un dato di fatto la generale corsa dei Balcani verso l’energia nucleare
In un precedente articolo a proposito di questa diffusa tendenza politica in tutta l’area dei Balcani (vedi link: La corsa dei Balcani verso l’energia nucleare) avevamo sottolineato il generale orientamento favorevole verso lo sviluppo dell’energia nucleare anche se affiancato dal ricorso alle energie rinnovabili.
Pur a fronte dell’annullamento del referendum consultivo per ampliare la centrale nucleare di Krško, il Governo della Slovenia ha affermato che si impegnerà nella preparazione di una legge speciale su JEK 2 e che la società statale GEN Energija continuerà a lavorare allo sviluppo del progetto.
Il costo del secondo impianto ad energia nucleare JEK 2 è stato stimato tra €9,6 e €15,4miliardi.
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